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Pure un bosco da tartufi all’ospedale di Verduno

Pure un bosco da tartufi all’ospedale di Verduno

L’ideatore Vittore Alessandria: «La proposta è stata condivisa con i vertici dell’azienda sanitaria Cn2 Alba-Bra, che sembrano averla recepita, ma ci piacerebbe sapere che cosa ne pensano anche i lettori di Gazzetta d’Alba»

AMBIENTE Progetto Bosco dell’ospedale di Verduno: etichetta che si racconta da sola. È il trait d’union tra cemento e natura, tra grigio e verde, tra antropico e spontaneo. Vuol dire piantare alberi attorno alla gigantesca struttura sanitaria, quasi ultimata, ammorbidendone l’impatto ambientale ed estetico. È l’idea di un comitato spontaneo composto da una cinquantina di persone e presieduto dal

Pure un bosco da tartufi all’ospedale di Verduno 2
Il produttore vitivinicolo Vittore Alessandria

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L’iniziativa potrebbe trasformare la percezione di un complesso sempre in balia delle polemiche. Spiega Alessandria: «Qualche mese fa un gruppo di persone motivate da forte senso civico, con l’obiettivo di contribuire a migliorare il futuro di un Paese in forte cambiamento, ha inteso creare sinergia tra Verduno e gli enti coinvolti nella gestione e costruzione del nuovo ospedale. La creazione di un polmone verde attorno al nosocomio infatti, permetterebbe di abbattere l’inquinamento acustico e luminoso e saldare la costruzione con il paesaggio. I vertici dell’Asl Cn2 di Alba-Bra ne sembrano entusiasti. Il bosco dovrebbe svilupparsi su un’area di 10-11 ettari di proprietà dell’azienda».

Secondo i primi calcoli, il progetto dovrebbe costare circa 10mila euro a ettaro, centomila euro in tutto. Prosegue Alessandria: «Riteniamo fondamentale investire sull’area esterna all’ospedale. Ad esempio, il bosco può funzionare come filtro tra la struttura e il paese, dando anche la possibilità di collegamenti attraverso sentieri naturalistici, la pista ciclabile del Tanaro, il sentiero delle doline di Verduno. Probabilmente rappresenterebbe il più grande bosco tartufigeno mai piantato in Piemonte, un grande messaggio a tutto l’Albese e Braidese: si restituisce al territorio molto più bosco di quello che si è tolto. In una terra patrimonio Unesco si valorizza una grande eccellenza, il tartufo, che incontra un’altra eccellenza, il nuovo ospedale. Al bosco e alle sue valenze si aggiungerebbero un “percorso vita” a tappe (pedonale-ciclabile), con un ponte di collegamento ideale tra ospedale e paese, oltre ad alcune postazioni di bici elettriche. La passeggiata risulterebbe ideale per i degenti dell’ospedale (ad esempio, i cardiopatici), con la possibilità di aggiungere anche luoghi per la pet therapy con cani da tartufo. Il bosco sarebbe sostenibile sia dal punto di vista dei costi di creazione (molto flessibili, a seconda della dimensione degli alberi che si vogliono piantumare), che di manutenzione, coinvolgendo gruppi di volontari. La proposta è già stata condivisa con i vertici dell’Asl e della fondazione Nuovo ospedale, che sembrano averla recepita positivamente, ma ci piacerebbe sapere cosa ne pensano i lettori di Gazzetta d’Alba».

Roberto AriaPure un bosco da tartufi all’ospedale di Verduno 1

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