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Intervista con Maurizio Marello: «2016, quando Alba fu più forte della piena»

Il primo cittadino Maurizio Marello lascia il Comune dopo 10 anni, ripercorrendo a grandi tappe il suo ultimo mandato, tra grandi rimpianti (At-Cn in testa) e soddisfazioni (la scuola alla Moretta)

ALBA 102 Consigli comunali vissuti come sindaco, 210 contando le 4 consiliature (le prime due all’opposizione, con Giuseppe Rossetto come primo cittadino). Mercoledì 10 aprile Maurizio Marello ha salutato commosso una sala consiliare gremita e chiuso 20 anni dedicati all’Amministrazione. Il decimo sindaco della storia repubblicana di Alba si racconta a Gazzetta.

Marello, che effetto fa pensare che quello del 10 aprile sia stato il suo ultimo Consiglio da sindaco?

«Si chiude per me una fase e se ne apre un’altra. Dopo 20 anni tra banchi del Consiglio fa effetto pensare che sia stato l’ultimo e non nascondo che lasciare quella sala, ristrutturata nel 2013, nella mia prima sindacatura, mi ha emozionato».

Se potesse, cambierebbe la legge che impedisce un terzo mandato consecutivo a primo cittadino?

«Sinceramente, no. Penso la legge sia corretta: dopo dieci anni è giusto lasciare spazio a un nuovo sindaco, capace di portare nuove idee».

Ricorda ancora il primo Consiglio da sindaco?

«Ricordo l’emozione nel giurare sulla Costituzione. Penso che il sindaco di Alba non giuri solamente sul testo sacro della Repubblica italiana, ma anche su quella medaglia d’oro al valor militare per la Guerra di liberazione. Ricordo anche che non riuscivo a infilare la fascia tricolore, è stato un momento divertente, più per gli altri che per il sottoscritto (ride, nda)».

Ci si abitua nel ruolo?

«Non mi sono abituato. Ho sentito sempre un grande senso di responsabilità nel rappresentare Alba nel mondo, in varie circostanze».

Ripercorriamo questi ultimi cinque anni vissuti intensamente.

«Il primo passaggio importante è stato il riconoscimento Unesco di Langhe, Roero e Monferrato nel giugno 2014 a Doha, quando ero stato appena rieletto. Una grande emozione, per iniziare con il piede giusto la sindacatura. A inizio 2015, invece, c’è stato uno dei momenti più tristi, con la morte, il 14 febbraio, del grande imprenditore Michele Ferrero. Piazza del Duomo era gremita per i suoi funerali e la città a lutto è ancora un’immagine ben viva nella memoria di tutti gli albesi».

Anche il 2016 è stato un anno denso di ricordi.

«Il via libera a giugno 2016 al piano regolatore penso sia stato il momento amministrativo più alto della mia sindacatura e una grande soddisfazione per tutto il Consiglio. Il 2016 è stato anche l’anno della scampata alluvione».

Alle 19.43 il messaggio più bello: l'emergenza ad Alba è finita

Nella notte tra il 24 e il 25 novembre Alba tornò a rivivere l’incubo del 1994, ma superò indenne la piena.

«Fu un momento drammatico, ma al tempo stesso di grande coesione tra tutti gli albesi. Hai scattato tu (il sindaco si rivolge all’intervistatore, nda), appena passata la paura per la piena, la foto più significativa del mio secondo mandato. Ricordo anche l’articolo di Gazzetta in cui si raccontava quella notte drammatica, dicendo che ero diventato da quel momento il sindaco di tutti gli albesi. Penso sia vero, in una notte da tregenda la città e gli albesi sono stati più forti dell’acqua e io ho sentito la responsabilità e la forza di dover agire per salvaguardarli. È qualcosa che rimarrà indelebile nel mio cuore».

Arriviamo al 2017.

«Il 2017 è stato l’anno del secondo riconoscimento Unesco. A Parigi Alba è diventata una delle 180 città creative Unesco, una rete di eccellenze che si aprono al mondo».

Sposato con Teresa Uda e papà di quattro figli (Damiano, Ester, Eloisa ed Eugenio), Maurizio Marello è nato nel 1966 a Mussotto. Dopo la maturità scientifica ha frequentato la facoltà di giurisprudenza di Torino dove si è laureato. Dal 1993 è avvocato in uno studio associato di Alba. Con la sorella Raffaella conduce una piccola azienda agricola a Montelupo Albese. Ha trascorso dieci anni nel Consiglio albese all’opposizione, poi, alle elezioni del 2009, è stato eletto sindaco, sostenuto dal Partito democratico oltre che da varie liste civiche. Nel 2014 si è quindi riproposto come primo cittadino ed è stato rieletto al primo turno.

«Ho guidato con orgoglio uno dei Comuni più virtuosi d’Italia»

Che cosa è successo nel 2018, Marello?

«Il 2018 è stato l’anno in cui, tra le tante altre cose, Alba è diventata capolinea di una linea metropolitana su rotaia che ha avvicinato la nostra città a Torino e quindi al resto d’Italia e d’Europa. Non vanno dimenticati anche gli Stati generali del sociale e la fusione tra il nostro ente turismo e quello dell’Astigiano con la nascita dell’Atl Langhe, Monferrato, Roero».

Riguardo al 2019, non ci si può sbagliare.
«Il 2019 rimarrà come l’anno della media del quartiere Moretta, un’opera attesa da oltre quarant’anni. Nel primo mandato ne abbiamo messo le basi, nel secondo l’abbiamo costruita, nonostante vi fossero molti scettici e nonostante i vincoli al bilancio abbiano reso tutto più difficile. Da sottolineare anche il trasferimento dell’Inps nell’ex tribunale».

Giudicando i 10 anni di sindaco di Maurizio Marello bisognerebbe partire di qui, dai vincoli di bilancio. Non si può dare un giudizio sui due mandati senza ricordare che sono arrivati negli anni di maggiore crisi dal dopoguerra.

«Dal 2009 ci siamo dovuti confrontare con vincoli di bilancio che mai si erano visti dal 1945. Abbiamo lavorato per azzerare il debito, una scelta che si è rivelata vincente visto che oggi il nostro Comune è tra i più virtuosi d’Italia. Facile dire che si è fatto meno rispetto al passato, la realtà è che è stato
fatto tutto ciò che si poteva fare e anche di più. Appena le maglie del bilancio si sono allargate abbiamo speso, basti dire che sono state realizzate opere pubbliche per 60 milioni di euro».

«In questo periodo difficile per l’Italia ho provato a essere il sindaco di tutti»

Ci sono anche rimpianti, Marello?

«Più che rimpianti c’è il rammarico per non aver visto conclusa l’Asti-Cuneo o riaperta la linea ferroviaria Alba-Asti, o per aver subito l’ingiusta soppressione del Tribunale, nonostante una battaglia molto forte».

Per che cosa vorrebbe essere ricordato?

«Potrei dire per la scuola media del quartiere Moretta o per i passaggi storici di cui ho parlato: in realtà, vorrei essere ricordato come un uomo che in un momento difficile per l’Italia ha provato a essere il sindaco di tutti cercando di ascoltare più che di imporre, in un clima di grande equilibrio, aiutato dalla maggioranza, ma pure da un’opposizione che non ha creato un clima conflittuale».

Che Municipio lascerà?

«Il prossimo sindaco avrà a disposizione un bilancio solido e potrà spendere per realizzare opere importanti tra cui il terzo ponte sul Tanaro».

Pronto per nuove sfide?

«Ho un bagaglio di esperienze che cercherò di mettere a frutto, spero, nel Consiglio regionale: sono pronto a questa nuova sfida».

Non possiamo che ringraziare Ferrero

Ci sono momenti che vorrebbe fissare, sindaco?

«Sono una moltitudine! Ricordo le Olimpiadi delle città gemelle a Bergama e Böblingen, le Fiere del tartufo, il rilancio di Vinum, la creazione della Primavera di Alba, il nuovo gemellaggio con Giresun e l’intensificarsi dei rapporti con città come Parma o Norcia. Vorrei fissare anche la quotidianità del fare il sindaco, ricevere i cittadini, gli incontri nei quartieri o nelle strade e nelle piazze».

E il turismo?

«Alba è diventata una piccola capitale internazionale in cui per almeno dieci mesi l’anno registriamo presenze da oltre 70 Paesi del mondo. La crescita del turismo, con oltre 7mila addetti, ha sopperito, in parte, alla perdita di lavoro: alcune aziende hanno chiuso o ridimensionato».

Una crisi che non ha riguardato la Ferrero.

«La centralità della Ferrero non è mai sottolineata abbastanza. Come albesi possiamo solo dire grazie a questa famiglia e a questa azienda che in anni difficili ha continuato ad assumere e a puntare sulla nostra città».

Marcello Pasquero

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