LA RELAZIONE/3 Tra le operazioni antimafia realizzate nel primo semestre del 2019, emblematica è l’operazione Geenna che, oltre a disvelare l’esistenza della “locale” di Aosta, facente capo alla cosca Nirta Scalzone di San Luca (in provincia di Reggio Calabria), accanto a un grosso traffico di stupefacenti, ha accertato la partecipazione di un noto avvocato del foro di Torino e di alcuni amministratori locali. Si tratta di figure chiave, funzionali a dare supporto nella conclusione degli affari della cosca e a tentare d’inserirsi negli apparati pubblici.
L’operazione Carminius ha invece decimato la “locale” di Carmagnola, che gestiva lo smercio degli stupefacenti, ma anche le società apparentemente pulite, come ad esempio finanziarie, immobiliari, concessionarie, imprese edili e ditte operanti nella ristorazione e gestione di slot-machine, per un valore di oltre 45 milioni di euro.
L’organizzazione non trascurava gli appalti del Comune di Carmagnola e la possibilità di procurare voti durante le consultazioni elettorali, come sarebbe avvenuto il 26 maggio 2019 con l’acquisto di preferenze da parte dell’ex assessore regionale Roberto Rosso, finito in carcere per voto di scambio politico-mafioso.
L’arresto di maggiore rilievo è stato quello del latitante Nicola Assisi, ritenuto tra i maggiori fornitori di droga in Italia, al servizio dei cartelli della ’ndrangheta. L’uomo è stato arrestato con il figlio in Brasile. I due erano in contatto con la “locale” di Volpiano, alle porte di Torino, e da lì inondavano di droga il Piemonte.
m.p.
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