Coronavirus: la situazione in Piemonte con la conferenza stampa di pochi minuti fa dall’Unità di crisi di Torino

Cirio: “Il Piemonte prosegue sulla strada del rigore"

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Dopo essere risultato clinicamente guarito dal covid-19, oggi, 23 marzo, il governatore del Piemonte Alberto Cirio è tornato dopo due settimane all’Unità di crisi di corso Marche a Torino, dove ha fatto il punto sulla situazione con una conferenza stampa telematica.

Prima di tutto, Cirio ha voluto ribadire la linea regionale nel combattere il coronavirus: “Fin dall’inizio, abbiamo scelto il rigore, com’è stato per la decisione di non aprire le scuole quando da Roma era stato dato il via libera. Un rigore necessario per tutelare la salute dei cittadini piemontesi, che può essere garantita solo con la chiusura di tutto ciò che è possibile chiudere”.

Una linea confermata dall’ordinanza regionale di sabato 21 marzo, più restrittiva rispetto al decreto nazionale annunciato qualche ora dopo dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ha proseguito Cirio: “La nostra ordinanza, valida in tutto il Piemonte fino al prossimo 3 aprile, adotta una strategia ancora più rigorosa rispetto a quella nazionale, con maggiori chiusure. Proprio per questa incongruenza tra le due normative, con i nostri uffici legali stiamo valutando l’applicabilità in Piemonte di due aspetti: il primo è la chiusura di tutti gli uffici pubblici e il secondo è la chiusura degli uffici privati, due punti a cui siamo arrivati dopo esserci confrontati con i vari enti coinvolti e che invece la normativa nazionale non prevede tra le chiusure. In particolare, ho scritto al Ministero dell’Interno per valutare la chiusura degli uffici privati, che abbiamo previsto di applicare solo qualora non vi siano pratiche indifferibili o scadenze perentorie”.

Tra le righe, Cirio ha anche messo in dubbio l’efficacia della normativa nazionale sulla chiusura delle attività produttive: “In tre pagine, sono stati indicati i codici di tutte le aziende che potranno continuare a lavorare. Il rischio è che, con questa metodica, troppe attività rimarranno aperte. Con i nostri uffici, stiamo valutando anche questa questione”.

SUL FRONTE DELLA CURVA EPIDEMICA, SI INTRAVVEDE QUALCHE SPIRAGLIO DI LUCE
Archiviato il discorso normativo, la parola è poi passata all’assessore alla Sanità Luigi Icardi, che ha
illustrato l’evolversi dell’epidemia in Piemonte.

Dopo giorni neri, finalmente è arrivato qualche spiraglio di luce. Ha spiegato Icardi, slides alla mano: “Negli ultimi tre giorni, in regione abbiamo registrato un rallentamento progressivo dei nuovi casi positivi al covid, ma anche dei casi gravi e soprattutto dei casi che necessitano di terapia intensiva. Quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante: se si proseguirà su questa linea, riusciremo a stare sotto ai 400 posti necessari per la terapia intensiva, un limite che il nostro sistema sanitario può reggere, evitando di andare in saturazione. Certo, sono dati che potrebbero ancora variare, ma ad oggi la notizia è senz’altro incoraggiante”.

Tra le province, Torino è quella con il maggior numero di casi positivi. Ma se si paragona il numero di casi alla popolazione, è Alessandria quella che ha avuto il maggiore incremento, così come il maggior numero di decessi.

MASCHERINE IN DISTRIBUZIONE PER LE STRUTTURE DEL COMPARTO SOCIALE
Intervenuta in videoconferenza anche l’assessore alla Politiche sociali Chiara Caucino: “Per contenere il
contagio, in questi giorni è iniziata la distribuzione di mascherine alle residenze per anziani e alle strutture del comparto sociale: 30mila andranno alle 600 alle case di riposo della nostra regione; 5 mila agli istituti per disabili e minori; 5 mila per l’assistenza domiciliare e 2mila al volontariato e ai senza tetto. Non sono numeri enormi, ma certamente riusciranno a garantire maggiore sicurezza e prevenzione”.

Francesca Pinaffo

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