ALBA È scomparsa nelle prime ore del mattino del giorno di Pasqua: Ernestina Piazzo, per tutti semplicemente “Zia Tina” aveva 87 anni, per decenni aveva lavorato e coabitato con la sorella Maria Piazzo moglie e titolare assieme al marito, il commendator Roberto Ponzio, del negozio al civico 26 di via Maestra, specializzato nella vendita di Tartufi, di fronte alla chiesa della Maddalena.
La donna si è spenta nella residenza Ottolenghi dove, da qualche tempo, si trovava dopo la scomparsa della sorella, nel 2016.
«Zia Tina era una sorta di titolo accademico: venne ad abitare da noi, ventenne, negli anni’50, quando frequentavo le elementari. Per ragioni anagrafiche poteva essere una seconda madre ma, per me, divenne una sorella maggiore per via della sua verve e del dinamismo». Il legale albese Roberto Ponzio, usa queste parole per tracciare un ritratto della zia. «Nel 1974 nacque Matteo, nel 1981 Roberta, anche per loro era “Zia Tina”, così è stato anche per i pronipoti».
Federica, Francesco, Edoardo e Chiara che ricordano lo spirito di servizio di Ernestina Piazzo: «ti sei spenta serenamente, come una candela ma la tua fiamma arderà sempre nei nostri cuori» scrivono.
Con “Zia Tina” se ne va anche l’ultima figura di quella repubblica matriarcale delle commercianti di via Maestra, per i residenti, secondo una celebre formula dialettale, il Cantun der fumne. «Un’espressione nata al bar Rava, dove all’epoca si commentavano gli avvenimenti cittadini. Tutto nacque dopo un’intervista di un giornalista, forse d’Aurora o De Matteis, venuto per un servizio negli anni ‘60» ricorda Ponzio. «Vicino al negozio di mia madre c’erano infatti quelli della signora Bruno, le novità di moda di Lidia Tabarani, la maglierista Lucia Revello, gli esercizi di Paola Rossano e delle signorine Cumitini con i turaccioli».
Le esequie di Ernestina Piazzo avverranno, con la benedizione in forma strettamente riservata, presso la cappella di famiglia nel cimitero cittadino. «Una donna che ha saputo esemplificare la capacità di dare senza chiedere nulla in cambio» conclude il nipote.
Davide Gallesio
