Magnani: «Per cambiare serve redistribuire le risorse e creare sostenibilità»

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ECONOMIA  Marco Magnani, è un economista che vive tra Italia e Stati Uniti da oltre 30 anni, insegna International Economics alla Luiss e collabora con Il Sole 24 Ore. Sovente si reca nel territorio albese per tenere seminari e convegni. Il suo ultimo saggio è “L’Onda Perfetta. Cavalcare il cambiamento senza esserne travolti” (Luiss University Press, 2020). Con lui parliamo di questo tema urgente, multiforme e applicabile a diversi livelli del vivere comune.

 Qual è il cambiamento cui tutti siamo chiamati a partecipare, dopo l’epidemia di Covid-19?

“La parola d’ordine è sostenibilità, di cui la pandemia ci ha ricordato l’importanza. Innanzitutto la sostenibilità sanitaria. Ma anche quella ambientale, energetica, alimentare, e sociale. L’emergenza ha ribadito che la salute è un bene comune globale – come lo sono ambiente, biodiversità, istruzione, cultura – e come tale deve essere gestita. Il fine è contribuire alla costruzione di un mondo più resiliente, in grado di resistere meglio a shock futuri. Come spiego nel mio ultimo saggio “L’Onda Perfetta”, quando avvengono cambiamenti improvvisi e dirompenti è fondamentale saperli cavalcare senza esserne travolti”.

Viviamo in un mondo in cui poche persone hanno molto, molte hanno poco. Come cambiare questa rotta? 

“E’ così. Le conseguenze del coronavirus rendono di maggiore attualità anche temi di sostenibilità sociale. Perché la recessione economica indebolirà la classe media e aumenterà ulteriormente la disuguaglianza. Ma anche perché la diffusione di innovazioni tecnologiche subirà un’accelerazione, rendendo superflui molti posti di lavoro. Le tecnologie già esistono e il trend è in corso. Dopo l’esperienza del coronavirus, la sostituzione dell’uomo con le macchine procederà più rapidamente e toccherà nuovi ambiti. Aumenterà il gap tra i tanti che hanno poco e i pochi che hanno molto. E’ assolutamente necessario ripensare i meccanismi di redistribuzione della ricchezza prodotta, ma anche cominciare a pensare il termini di pre-distribuzione. Il che significa spostare l’obiettivo dal trasferimento di reddito al mettere le persone in condizioni di generarlo”.

La provincia di Cuneo è un territorio particolare, con molte risorse ma anche molte rigidità e limiti. Quale la sua valutazione del territorio, in correlazione al macroscopico cambiamento in corso?

“La provincia di Cuneo dispone di risorse economiche importanti, come la tradizione enogastronomica, l’industria alimentare, le attività artigianali. In questi ambiti è importante continuare a investire, anche introducendo innovazioni. Un punto di forza del cuneese è certamente il territorio. La recente pandemia sta aiutando a riscoprire l’importanza di questa dimensione, in tutte le sue forme. Anche quella economica”.

 

LO SCIOGLIMENTO DEL PERMAFROST PUO’ LIBERARE NUOVI VIRUS: IL CAMBIAMENTO ECOLOGICO HA LA PRIORITÀ

“L’emergenza sanitaria ha riaffermato l’importanza della sostenibilità ambientale. E’ più che mai evidente il collegamento tra diminuzione di biodiversità – a sua volta conseguenza di deforestazione, inquinamento e cambiamento climatico – e diffusione di virus animali tra gli uomini”. Così Marco Magnani, economista e scrittore, racconta il cambiamento epocale che la società sta attraversando in modo strutturale, al punto da rischiare la sussistenza dell’ambiente stesso su cui poggia le fondamenta. Prosegue Magnani: “Lo scongelamento del permafrost può liberare virus e agenti patogeni pericolosi per l’essere umano. Abbiamo grandi responsabilità. L’intensa attività estrattiva e di utilizzo delle risorse naturali, la conversione di foreste allo sfruttamento agricolo, la diffusione della pesca industriale, l’allevamento intensivo stravolgono l’equilibrio ecologico, riducono la biodiversità e facilitano la diffusione di epidemie”. L’economista conclude osservando come sia fondamentale che la crescita economica rispetti i vincoli di sostenibilità ecologico-ambientale. “E’ quindi importante e utile riflettere sul crollo dell’inquinamento seguito alla diffusione del coronavirus. Ne potrebbe derivare uno stimolo per ripensare alcuni sistemi di produzione e di trasporto in modo che, finita l’emergenza, vi sia maggiore rispetto dei vincoli di sostenibilità energetica e ambientale”.

Maria Delfino

 

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