Montà: i cannoni anti cinghiali fanno perdere il sonno ai cittadini

Montà: i cannoni anti cinghiali fanno perdere il sonno ai cittadini

MONTÀ Nelle ultime settimane sono arrivate segnalazioni da molti montatesi che hanno udito non meglio precisati “spari”, di giorno e di notte, nel centro abitato e nelle frazioni. Molti si lamentano del fatto che sono tanto forti da disturbare il sonno e, com’era prevedibile, polemiche e malcontento hanno già avuto modo di imperversare sui social e non solo. I responsabili di questi botti misteriosi sono i cannoni anti cinghiale installati dai coltivatori per difendere i terreni dall’invasione degli animali selvatici, che stanno proliferando soprattutto nella valle tra Montà e Canale dove ci sono ampi tratti di boschi e l’area protetta gestita da Canale ecologia.

Spiegano i proprietari dei terreni che li hanno installati: «I cannoni sono l’ultima difesa dagli animali selvatici che ci è rimasta. Ogni pezzo copre un’area pari a un ettaro di terreno. Abbiamo richiesto diverse volte agli organi competenti di organizzare battute di contenimento, ma non abbiamo mai avuto risposte. Quindi non ci è rimasto che questo strumento dissuasore per mettere una pezza a quella che è diventata una vera e propria invasione. In ogni caso, per il futuro, stiamo già studiando interventi di origine diversa e non è detto che manterremo questo sistema così rumoroso».

Sottolinea Gino Scarsi, di Canale ecologia: «Siamo sensibili al problema e presto ci ritroveremo per discuterne, Il problema è nato da quando sono state introdotte razze di cinghiali non autoctoni, più grandi, forti e che figliano molto di più di quelle nostrane. Detto questo, nessuno ha intenzione di opporsi alle campagne di abbattimento mirato che andrebbero decise da chi di dovere. Anzi, ne saremmo contenti visto che la popolazione è cresciuta in modo esponenziale. Comunque, tengo a sottolineare che i cannoni non sono l’unico modo per fare contenimento: bastano pochi clic su Internet per trovare soluzioni meno invasive, non ultimi i mangimi sterilizzanti per le femmine».

Il comandante dei Vigili urbani montatesi Pierlorenzo Caranzano aggiunge: «La questione è delicata ed è necessario mediare tra tutti gli attori in gioco. Questi strumenti sono a norma. L’unica regola, peraltro rispettata visto che siamo in zone agricole, è che siano installati a più di 300 metri dalle case. Pur comprendendo il diritto del cittadino alla quiete (i botti che producono, nella notte si sentono molto forte), va anche compreso e tutelato il diritto dei coltivatori a difendere il raccolto. A mio parere andrebbero evitate le esasperazioni. A parte rarissimi casi ritengo che questi colpi non abbiamo il potere di togliere il sonno o la concentrazione perché arrivano smorzati dai rumori di sottofondo».

Anche il Comune è per la linea diplomatica e per ora si è limitato a chiedere un intervento a Regione, Provincia e Atc Cn3. Afferma il sindaco Andrea Cauda: «Per evitare che il Comune definisca delle norme rigide che potrebbero lasciare tutti scontenti (come è già avvenuto in altri paesi vicini) sarebbe utile, prima, mediare e lavorare per il bene di tutti: limitare gli spari nelle ore notturne da una parte, dall’altra ragionare sui problemi che creano le aree di tutela. In ogni caso, se si decide di fissare delle regole, sarebbe auspicabile che queste venissero condivise da tutti i centri interessati (oltre a Montà anche Canale, Cisterna e Santo Stefano Roero, nda) perché altrimenti sarebbero inutili».

Andrea Audisio

Banner Gazzetta d'Alba