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Allarme movida tra i giovani: pure ad Alba mix alcol-droga

IL CASO Bere per sperimentare, sentirsi parte di un gruppo, lasciarsi andare, ma anche per aumentare le proprie prestazioni lavorative o anestetizzare dolori e delusioni: a sedici come a ottant’anni. Ad Alba, il tema è diventato centrale nelle ultime settimane, per quello che è stato definito l’“allarme movida”.

urante un primo vertice in Comune tra l’Amministrazione e la Questura di Cuneo si è parlato di una media di dieci interventi ogni fine settimana da parte delle Forze dell’ordine e dell’emergenza sanitaria, con casi ripetuti di coma etilico, anche tra minorenni. Dalle analisi effettuate, è emersa di frequente la combinazione tra alcol e droghe: «Una situazione non ancora critica, ma molto significativa per una città delle dimensioni di Alba», ha commentato il questore Emanuele Ricifari.

Allarme movida tra i giovani: pure ad Alba mix alcol-droga

Ma chi sono i maggiori consumatori dei diversi tipi di alcol? A livello nazionale, secondo la relazione più aggiornata del Ministero della salute, relativa cioè al 2017, sono circa 68mila gli italiani presi in carico dai servizi sanitari per problemi riconducibili all’abuso di alcol: il 5,1 per cento ha tra i 30 e i 59 anni, mentre i giovani con meno di 30 anni sono il 7,5 per cento, senza dimenticare la quota degli individui con più di 60 anni, che supera il 17 per cento. Con quasi il 50 per cento, la bevanda più consumata risulta essere il vino, seguita da birra, superalcolici e aperitivi.

Nell’area di Alba, Langhe e Roero – uno dei territori in Italia con la tradizione enologica più radicata – i dati li fornisce il Serd, il Servizio per le dipendenze patologiche dell’Asl Cn2, che conta 23 operatori negli ambulatori di Alba e Bra, fornendo consulenze e cure sul fronte di tutti gli abusi: dalle sostanze stupefacenti all’alcol, dal tabagismo al gioco d’azzardo patologico. Nel 2019, sono state 291 le persone curate per una dipendenza da alcol, 191 nell’ambulatorio di Alba e 100 a Bra. Negli ultimi anni, il trend è in crescita, se si pensa che nel 2012 erano 217 gli alcolisti seguiti. Dopo l’abuso di sostanze stupefacenti, con 543 persone, si tratta della forma di dipendenza più diffusa sul territorio (in totale, lo scorso anno, sono stati 974 i pazienti presi in carico dal servizio per le diverse patologie, rispetto ai 948 del 2018, di cui 585 ad Alba e 379 a Bra). La maggior parte degli alcolisti seguiti dal Serd hanno tra 40 e 49 anni (95 pazienti); vengono poi i cinquantenni, con 76. Tra 20 e 30 anni sono in cura 73 persone, mentre se ne contano 76 nella fascia degli over 60. Non risultano pazienti con meno di 19 anni per problemi riconducibili all’alcol.

Se si guarda al consumo di droghe, nel 2019 sono stati 24 i ragazzi con meno di 19 anni seguiti sul territorio, anche se la fascia d’età con maggiori problemi di tossicodipendenza risulta essere quella tra i 40 e i 49 anni, con 183 pazienti. Ovviamente i numeri non sono esaustivi: non tutti gli individui che hanno problemi accedono al servizio.

Tra Langa e Roero uno su sette beve, pur senza abusare

Se si vuole analizzare il fenomeno del consumo di alcol sul territorio dell’Asl Cn2, un’altra fonte di riferimento è il sistema di sorveglianza Passi, lo strumento d’indagine sviluppato a livello nazionale dall’Istituto superiore di sanità, che raccoglie i dati epidemiologici delle diverse aziende sanitarie.

econdo i numeri più aggiornati, relativi al periodo tra 2015 e 2018, il 68,3 per cento della popolazione di Alba, Bra, Langhe e Roero tra i 18 e i 69 anni ha consumato alcol. Una percentuale che riguarda in generale il consumo – senza parlare di abuso –, ma che supera la media regionale, che si attesta sul 60,9 per cento. Nello stesso periodo e con riferimento alla stessa fascia d’età, il 16,1 per cento delle persone si configuravano come soggetti a maggior rischio di sviluppare problemi di alcolismo, in questo caso al di sotto della media regionale del 20,1 per cento.

Si parla di maggior rischio quando si ha un consumo abituale elevato o un consumo fuori pasto o anche il cosiddetto binge, cioè più cinque unità alcoliche per gli uomini e quattro per le donne, utilizzate in una sola occasione, negli ultimi 30 giorni.

Se si guarda alle caratteristiche dei consumatori, la fascia d’età con il rischio maggiore risulta essere quella dei giovani tra i 18 e i 24 anni, dove si arriva a una percentuale del 32,1 per cento. Se si guarda invece al sesso, il 22,2 per cento degli uomini sono considerati a rischio, contro il 10 per cento delle donne. Tra le maggiori criticità rilevate, il fatto che manchi ancora una forte sensibilizzazione degli operatori sanitari: tra il 2015 e il 2018 solo il 6,1 per cento delle persone a rischio ha dichiarato di aver ricevuto dal proprio medico un consiglio a ridurre il consumo di alcol, contro il 7,2 per cento della media regionale.

Francesca Pinaffo

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