Ultime notizie

Covid: Raviolo alla Commissione «emergenza Rsa arrivata all’Unità di crisi dopo un mese»

Coronavirus: le informazioni e i consigli dell’Asl Cn2 ai cittadini 1

TORINO Nuova seduta di lavoro, oggi (lunedì 12 ottobre), per la commissione d’indagine del Consiglio regionale del Piemonte sull’emergenza Covid-19. All’ordine del giorno l’audizione di Mario Raviolo, primo commissario dell’unità di crisi. «Spicca l’assenza del centrodestra, presente con soli quattro consiglieri, e la solitudine al tavolo dei relatori di Raviolo: quasi che l’emergenza non interessi e non riguardi il centrodestra piemontese», commenta Raffaele Gallo, presidente del gruppo Pd. «Eppure l’attività dell’unità di crisi ci è stata descritta come collegiale e con il pieno coinvolgimento di Giunta e strutture amministrative regionali. Emerge ancora più chiaramente la confusione sui Dpi: mentre il direttore Aimar scriveva alle Asl di continuare ad approvvigionarsi, rilevando questo un compito esclusivo delle aziende, l’Unità di crisi regionale si intestava il tentativo vano di centralizzare rilevazione dei fabbisogni e acquisti, contribuendo a una situazione confusionaria e poco chiara nelle responsabilità. L’unità di crisi, a differenza delle Asl, era peraltro dotata, in questo senso, di poteri straordinari per gli acquisti previsti dal Governo dall’ordinanza protezione civile 630/3 febbraio», è l’analisi di Valle, che guida il gruppo di indagine.

«Mario Raviolo ha messo nero su bianco che l’emergenza Rsa è arrivata sul tavolo della Regione solo dopo la sua destituzione (‘Sono stato destituito da uno che per fortuna ha più competenze di me in campo sanitario, credo faccia il geologo’, si è lasciato sfuggire), mettendo agli atti che, per oltre un mese, delle persone ospiti delle residenze e dei lavoratori impegnati là dentro nessuno si occupava, almeno non in modo organizzato». Così Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi uguali verdi in Regione Piemonte, sull’audizione dell’ex capo dell’Unità di crisi per la lotta al Covid. «Raviolo oggi era solo come allora, senza nessuno della Giunta che lo affiancasse nel rispondere alle domande che sollecitiamo da mesi: dall’assenza della ricognizione Asl per Asl dei dispositivi di sicurezza, al tema dei tamponi e delle Rsa. Che Raviolo metta a verbale, in una seduta dell’indagine conoscitiva sulla gestione Covid in Regione, che nessuno si è occupato delle Case di Riposo – conclude – e dei più deboli è gravissimo».

Raviolo ha ricostruito le attività svolte prima in qualità di referente sanitario della Protezione civile regionale, poi di commissario dell’Unità di crisi dal 22 febbraio, data di apertura della struttura, al 17 marzo, quando il coordinamento è passato a Vincenzo Coccolo. «In quella fase – ha spiegato – si è lavorato per dare supporto in prevalenza ai servizi ospedalieri, i primi sui quali ha impattato l’emergenza».

Su richiesta del Pd, l’ex commissario ha illustrato l’organizzazione dell’Unità di crisi. È stato seguito, ha spiegato, il sistema usato per la pianificazione degli interventi in caso di maxi-emergenza, che prevede «un tavolo virtuale a cui siedono tutte le funzioni che impattano sulla società civile e che devono scambiarsi informazioni utili a prendere le decisioni». Le riunioni nazionali si svolgevano in collegamento con quelle regionali, che potevano intervenire.

Raviolo ha anche risposto alle domande dei consiglieri Pd e del capogruppo di Luv, Marco Grimaldi. Sul fronte tamponi, l’ex commissario ha detto che i primi due laboratori attrezzati per processarli hanno risposto in modo egregio, lavorando anche di notte e nei fine settimana.

Ansa

Banner Gazzetta d'Alba