Massimo Camia e la voce degli chef cuneesi

RISTORAZIONE «In questo momento provo rabbia e stanchezza per una situazione che non avrei mai pensato di vivere nei miei tanti di attività». Massimo Camia, titolare dell’omonimo ristorante ai piedi della collina di Barolo, è il presidente dell’Associazione cuochi Provincia Granda, che riunisce 18 professionisti cuneesi.

Massimo Camia e la voce degli chef cuneesi

Per la categoria, l’ultimo decreto ministeriale è stato un fulmine a ciel sereno: «Ci aspettavamo di tutto, ma non questo. Per fortuna, la stagione autunnale era iniziata al meglio, con tanti turisti italiani e qualche straniero. Nel mio caso, a settembre di quest’anno ho lavorato persino di più rispetto allo scorso anno. Per questo, per la stagione, ho assunto due nuovi ragazzi, nonostante la riduzione dei coperti per mantenere le distanze, da 70 posti a 45».

Sul numero di Gazzetta d’Alba in edicola martedì 2 novembre ampio spazio sarà dedicato al tema della chiusura delle imprese di ristorazione

Rinunciare al servizio serale equivale a fermare gran parte delle entrate: «In tutta sincerità, non capiamo la differenza tra il pranzo e la cena, perché chi lavora bene lo fa sempre. In tutti questi mesi, oltre a ridurre i tavoli, abbiamo investito sui sistemi di sicurezza, ci siamo reinventati a pieno: penso che l’errore di questa misura sia prima di tutto il fatto di essere generalizzata, andando a bloccare chi si è comportato in modo vergognoso e chi invece ha seguito alla lettera tutte le regole».

Camia ipotizza qualche soluzione: «Per una realtà come può essere la mia, in cui lavorano una famiglia di quattro persone e dieci dipendenti, questo servizio a metà è insostenibile. Abbiamo attivato il servizio a domicilio e l’asporto, oltre a convenzioni con alberghi locali, ma sono palliativi. Ciò che vorrei chiedere agli enti competenti è di concederci almeno il sabato e la domenica sera, per recuperare qualcosa. Altrimenti l’azzeramento delle tasse per il 2020, perché i ristori sono inefficaci: non vedo altro modo per poter sperare di ripartire nel 2021».

Francesca Pinaffo

Banner Gazzetta d'Alba