La storia: il ponte di Carlo Alberto a Pollenzo fu fatto esplodere

BRA Ci vorranno 3,5 milioni di euro per ridare nuova vita al ponte in stile neomoresco di cui oggi rimangono solamente le due arcate di testa. Questa struttura fu fatta costruire da Carlo Alberto nell’800 durante i lavori alla tenuta reale di Pollenzo.

Il ponte di legno venne distrutto durante la Seconda guerra mondiale e gli archi in mattoni superstiti attualmente versano in stato di totale abbandono, come si può notare quando si percorre la provinciale che da Pollenzo porta in direzione Alba.

La storia: il ponte di Carlo Alberto a Pollenzo fu fatto esplodere
Il vecchio ponte con le casette del dazio in un’immagine d’epoca.

In un post su Internet un turista scrive: «A un chilometro e mezzo circa dall’abitato di Pollenzo, abbiamo scorto due pilastri ad arco molto belli, in stile neomoresco, e ci siamo fermati a osservarli: si tratta degli archi che, fino al 1944, reggevano il ponte in legno che collegava le due sponde del fiume Tanaro (…). Speriamo che l’Amministrazione lo prenda a cuore e lo ricostruisca».

Spiega l’assessore all’Ambiente Daniele Demaria: «Abbiamo richiesto al professor Paolo Napoli della facoltà di architettura del Politecnico di Torino – esperto nelle opere di ingegneria civile, con riferimento sia ai nuovi edifici che alle costruzioni già esistenti – di stendere un progetto di massima, studiando in modo particolare l’ancoraggio della struttura».

Infatti, a oggi, pare che i due piloni esistenti siano in grado di sostenere l’aggancio dell’impalcato (sede viaria del ponte): occorre pertanto avere un’indicazione progettuale per connettere i due piloni.

Anche perché il collegamento tra il Roero e le Langhe – con il superamento del Tanaro in zona Pollenzo – passa proprio attraverso il recupero del ponte neomoresco e l’allargamento di quello carrabile, un’opera quest’ultima richiesta nell’ambito degli interventi complementari alla realizzazione dell’ultimo tratto dell’autostrada Asti-Cuneo.

v.m.

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