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Pace: il turismo fa il pieno, ma Alba va curata e pulita

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L’INTERVISTA In soli sei mesi, da giugno a dicembre 2021, si è registrato il 90 per cento delle presenze dell’intero 2019, l’anno antecedente la pandemia: 750mila, contro 825mila. L’analisi viene da Fabrizio Pace, direttore dell’Associazione commercianti albesi, che nel turismo ha sempre creduto, tanto che lo scorso anno di questi tempi – Covid-19 ancora dominante – si sbilanciava con Gazzetta d’Alba: «Ci riprenderemo ai primi di maggio». Così è stato per l’Albese che ha mai registrato un esito tanto confortante. Merito di persone, imprese ed enti che operano per l’accoglienza, da Aca al Comune, dall’Atl (che si prepara a nominare il presidente e forse un nuovo direttore: ne parliamo a pag. 22) all’ente Fiera del tartufo bianco d’Alba. Un fatto è certo: il comparto sulle colline Unesco impiega, con circa duemila imprese, quasi ottomila addetti, per un fatturato stimato in 200 milioni di euro. Per numero di persone coinvolte è insomma la prima azienda dell’area, superando pure Ferrero. Da questa realtà parte l’intervista al direttore dell’Aca, Fabrizio Pace.

Stiamo andando davvero molto forte a livello turistico, Pace. È così?

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Fabrizio Pace, direttore dell’Aca

«Abbiamo avuto un ottimo 2021, che ha sorpreso tutti, tanto che gli operatori si sono affacciati ancora impreparati all’estate. Durante i mesi del Covid-19 c’è chi ha lesinato sul personale, non sperando in una ripresa così rapida, con il risultato di dovere oggi fare fronte a una grave crisi: proprio per formare personale qualificato Aca, con Apro, ha avviato master in presenza e stage con gli chef di dieci ristoranti stellati».

Forse si dovrebbero mettere più euro in busta paga?

«Siamo in linea con i contratti di settore, anche se attendiamo da troppi anni la detassazione del costo del lavoro: è questa la vera leva per incentivare i consumi e migliorare i salari. In ogni caso, nella nostra zona, tutti i ristoratori stanno cercando personale, dagli stellati alle trattorie».

Un grave problema è il caroenergia, che investe le piccole imprese dopo il Covid-19.

«In attesa di provvedimenti statali, Comune, Banca d’Alba, Egea e Associazione commercianti albesi hanno firmato un’intesa per finanziamenti a tasso agevolato legati ai costi dell’energia. In pochi giorni abbiamo ricevuto un centinaio di richieste. L’intervento precedente era scattato ad aprile 2020, erogando oltre 10 milioni di euro».

Alba è una meta turistica molto gettonata, ma a suo avviso può migliorare?

«Si può. L’Aca ha un’ottima collaborazione con l’Amministrazione comunale, che si è fortemente impegnata per la viabilità, dal terzo ponte alle infrastrutture minori, dal progetto per la casa della salute all’intervento su piazza Ferrero. Ora, però, mentre stiamo per lasciarci alle spalle la pandemia che ci ha accompagnato per due anni, chiediamo uno sforzo per cambiare in modo radicale il volto del centro storico. Bisogna mettere mano alla pavimentazione delle vie Maestra e Cavour, e non solo, e a una rivisitazione di corso Piave, l’area che più ha sofferto. Abbiamo almeno cinque tipologie di arredo urbano, mentre si registrano lacune sulla pulizia cittadina».

Maria Grazia Olivero

Dopo i due anni di stop imposti dalla pandemia, ad Alba torna Vinumla più grande enoteca a cielo aperto d’Italia: tre i weekend per il rilancio della kermesse che – da sabato 23 a lunedì 25 aprile, sabato 30 aprile e domenica 1° maggio e nel fine settimana del 7 e 8 maggio – riporterà nelle colline delle Langhe il profumo e il sapore dei grandi vini del Piemonte. 

Il business della vacanza ha ottomila addetti

 Serviranno molti fondi per fare quanto chiede. Pensa siano disponibili, Pace?

«Gli euro ci sono e i turisti arriveranno a frotte, facendo girare l’economia e aspettandosi una città bella, pulita e accogliente. Tocca anche al singolo cittadino e all’azione sanzionatoria del Comune mantenerla: se ci sono regolamenti, per esempio per le deiezioni degli animali, bisogna farle rispettare. Il sindaco Carlo Bo ci è apparso determinato e impegnato in tempo di Covid-19, ora si dedichi anima e corpo a migliorare la città da tutti i punti di vista».

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Le si può obiettare che ci sono anche altri problemi.

«Certamente. Ma il centro di Alba è il salotto del territorio e il turismo è la prima impresa per numero di addetti, ottomila, con duemila attività che vi gravitano. Se funziona al meglio, garantisce il lavoro di molte famiglie».

Per questo l’Aca si è impegnata anche nelle vaccinazioni contro il Covid-19?

«Siamo usciti dalla pandemia grazie ai vaccini e noi abbiamo fatto convintamente la nostra parte. Chi non si vaccina incide sulla libertà altrui in modo pesante. Abbiamo somministrato 16.150 dosi, non solo ai nostri iscritti e alle loro famiglie, mettendo a disposizione spazi e pagando medici, personale infermieristico e di segreteria».

Insomma, stiamo uscendo da una difficilissima fase forse più robusti di prima. Vede un futuro sereno per la nostra area?

«Sì, dovremo lavorare, ma abbiamo di fronte anni fecondi, a cominciare dal 2022. Abbiamo un territorio splendido, vocato al turismo, con un’elevata qualità dell’accoglienza e la forte volontà di tendere sempre a migliorarsi, locali più che all’altezza – 22 ristoranti stellati e almeno un centinaio citati dalle migliori guide enogastronomiche –, coesione: è la nostra forza».

Vino e tartufo sono sempre vincenti?

«Il tartufo è parte consistente del nostro approccio al visitatore e il comparto vinicolo, con le sue 900 cantine, rappresenta una grande forza: almeno la metà dei produttori ha una persona che gira il mondo per vendere, facendo conoscere anche tutte le suggestioni del territorio».

Nella ripresa postpandemia c’è ancora spazio per i negozi di vicinato?

«Il commercio ha sofferto e soffre per l’avvento delle vendite on-line: in particolare abbigliamento e calzature. Ma, se la pandemia ha accentuato la tendenza, ha pure favorito il ritorno di molte piccole attività. Non si può più attendere la clientela sulla porta ma, cambiando impostazione e adeguandosi, ci sarà modo di avere un futuro».

m.g.o.

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