Le bollette energetiche sono un peso per le famiglie

Le bollette energetiche sono un peso per le famiglie

ECONOMIA I prezzi subiscono impennate a causa del conflitto bellico tra Russia e Ucraina, dell’instabilità geopolitica e ambientale, della competizione con le economie emergenti. Secondo uno studio pubblicato da Ires Piemonte –L’insostenibile pesantezza delle bollette energetiche sulle famiglie – a livello nazionale il tasso di crescita tendenziale dell’inflazione per i nuclei con risorse economiche insufficienti supera il 3,3%, contro l’1,9% per quelli con buone disponibilità: la differenza sarebbe dovuta alla diversa composizione del paniere di spesa. Di fatto, spiegano i ricercatori, «dal secondo semestre 2021 si registra un’impennata dei prezzi energetici che si è trasformata in una fiammata senza precedenti. Il perdurare dei rincari sta trainando un’inflazione che da oltre un decennio non è mai stata così forte e incide sulla produzione e sulla catena dei prezzi al consumo. Dall’analisi dell’indice Istat si evince come la crescita tendenziale sia stata pari al 3,6% in Italia e del 3,9% in Piemonte. Ma per i prodotti energetici l’aumento è molto più consistente: +34,3% in Piemonte, 34,6% in Italia».

Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, ha spiegato che «in questi giorni tragici segnati dal conflitto bellico in atto in Ucraina, dal caro energia che affligge l’Europa e in particolare il nostro Paese, da una crisi climatica ed ecologica che sta mostrando la sua virulenza sulla nostra regione (che non vede pioggia da mesi), tutto porta a chiedere una razionalizzazione dei consumi energetici. A prescindere dal fatto che lo si voglia attuare come forma di boicottaggio verso il gas russo, per preservare le tasche proprie e della comunità, per dire “no” a una guerra folle che sta portando l’Europa in un incubo da cui pensavamo di esserci liberati dopo le vicende legate all’ex Jugoslavia». Come realizzare nel concreto un decremento dei consumi? Secondo Legambiente, «abbassando di un grado la temperatura in tutti gli edifici pubblici (scuole comprese) e limitando l’illuminazione stradale, abbassando i limiti di velocità di 10 chilometri orari sulle strade e implementando una campagna di comunicazione rivolta alla cittadinanza sulle modalità di contenimento dei propri consumi energetici».

Un complesso di iniziative che comporterà sacrifici individuali, ma non sarà sufficiente a staccare la spina alla dipendenza con la Russia. La riapertura delle centrali a carbone perseguita a giorni alterni dal Governo non sembra rappresentare una soluzione. «L’Italia ha piuttosto l’obbligo e la possibilità di emanciparsi dalla dipendenza delle fonti fossili attraverso uno sfruttamento sistematico delle rinnovabili, a partire dal fotovoltaico e dall’eolico», ha sostenuto Prino. In realtà, ognuno dovrà rivisitare comportamenti scontati, abbracciando logiche collettive e meno individuali. In questa prospettiva il periodo attuale potrebbe diventare la fase di transizione necessaria a un nuovo assetto organizzativo socioeconomico e civile.

Sara Elide

Benzina carissima con 2,30 euro al litro: bisogna sospendere l’Iva e le accise

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CARBURANTI Le sanzioni applicate dai Paesi occidentali alla Russia fanno schizzare alle stelle il prezzo dei carburanti. All’inizio della scorsa settimana il prezzo della benzina ha superato i due euro al litro e il diesel ha sopravanzato la verde. Nella nostra zona la benzina si avvicina ai 2,30 euro al litro al self-service e sfiora i 2,50 in quelli con la modalità “servito”. Anche il prezzo del gasolio è balzato in alto, superando 2,20 euro e, in alcuni casi, viene venduto a qualche centesimo in più della verde. Dopo il salto i prezzi si sono assestati e in base ai dati  dell’osservatorio del Ministero dello sviluppo economico il valore medio nazionale per la benzina è arrivato a 2,124 euro al litro, mentre il diesel è salito a 2,074. Sempre secondo il bollettino ministeriale il prezzo medio, calcolato tra tutti i punti di vendita italiani, era a 1,733 a inizio gennaio: si tratta di un aumento del 22 per cento in appena due mesi. Sui carburanti in Italia pesano in modo spropositato le imposte: le accise sono fisse a 73 centesimi al litro (sul diesel 62 centesimi e sul Gpl 15); poi c’è l’Iva al 22 per cento che viene calcolata pure sull’importo dell’accisa. Il prezzo della benzina a 2,30 euro al litro è determinato da un costo industriale di 1,16 a cui si sommano 0,73 di accise e 0,41 di Iva. Il senatore cuneese Giorgio Bergesio (Lega) ha presentato una mozione per la sospensione delle accise. «L’autotrasporto, che sposta l’80% delle merci, si fermerà in segno di protesta. Famiglie e imprese sono vittime di aumenti spropositati dell’energia che rischiano di annichilire il tessuto economico», spiega il senatore. Altro fattore che sta facendo infuriare gli italiani è il rapporto tra prezzo di carburanti e petrolio che, da sempre, mostra un rapidissimo adattamento in caso di aumento della materia prima, ma non è altrettanto veloce nelle riduzioni al calare del greggio: in questi giorni, il fatto è molto evidente. Nel 2008 il prezzo toccò il massimo a 147 dollari al barile e, a quell’epoca, la benzina in Italia costava circa 1,40 euro e il gasolio 1,35. Ora il prezzo del petrolio ha superato i 120 dollari, ma quello dei carburanti svetta già sui due euro e non accenna a rallentare.

s.e.

Luca Crosetto: occorre subito calmierare le tariffe

Parliamo con Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo.

Confartigianato Cuneo: Il territorio non può più attendere l’autostradaQual è lo stato di salute degli artigiani, Crosetto?

«In questo lungo periodo di difficoltà l’artigianato cuneese sta dando concreta prova di resilienza. Nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, appena le condizioni lo hanno permesso abbiamo riacceso i motori, cercando di recuperare le redini dello sviluppo produttivo. Infatti, nel 2021 il numero delle imprese avviate è stato superiore a quello delle realtà cessate. Il tasso di crescita si è attestato sul +0,60%, risultando addirittura migliore rispetto a quello dell’intero tessuto imprenditoriale locale, che ha visto chiudere l’anno scorso con un +0,40%. Certo, ora il percorso si sta facendo complesso, tra il caro energia, la mancanza di materie prime e il conflitto Russia-Ucraina, dal quale emergono orizzonti alquanto foschi e preoccupanti. A farne le spese potrebbero essere alcuni settori eccellenti dell’artigianato, che proprio nelle esportazioni hanno trovato nuove opportunità di mercato. Penso, per esempio, all’agroalimentare e al manifatturiero di qualità. Senza contare che, a causa del grave ritardo nell’approvvigionamento dei materiali necessari, molte nostre imprese sono costrette a rallentare la produzione, subendo forti squilibri finanziari».

Quali sono gli effetti che la guerra potrà sortire sul sistema economico e sugli artigiani di Langhe e Roero? Ci può fare qualche esempio?

«A causa di questa guerra l’intera economia cuneese potrebbe perdere un interscambio da 170 milioni di euro. E naturalmente le imprese artigiane, che detengono l’alta qualità del nostro made in Italy, rischiano di essere fortemente penalizzate. Penso alle imprese vinicole, il cui export ha garantito in questi anni un notevole sviluppo economico. Ora queste realtà potrebbero dover rinunciare a una “piazza strategica”, visto che il nostro Paese è il primo fornitore di vino in Russia e in Ucraina. Insieme al vino c’è poi il settore alimentare, altra realtà imprenditoriale di grande rilievo per il Cuneese, che a causa del conflitto rischia di vedere bloccate le sue esportazioni».

Quali sono le mosse per proteggersi per i consumatori e per gli imprenditori in tempi di pandemia, conflitti e rincaro dei prezzi?

«Non esiste una formula magica per uscire dall’impasse. Anche il rimboccarsi le maniche, metodo da sempre efficace nella nostra terra, non credo potrà essere sufficiente se le criticità continueranno ancora per un tempo prolungato. In questo momento le imprese hanno bisogno dello Stato e di una politica più attenta ai bisogni dell’intera società civile. Come Confartigianato stiamo chiedendo con insistenza ai decisori politici degli interventi immediati per calmierare le tariffe di bollette e carburante. Nel frattempo, attraverso il nostro consorzio Cenpi supportiamo le imprese nel cercare le opportunità migliori in campo energetico per risparmiare sui costi».

s.e.

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