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Incidente mortale in A21: una perizia cinematica chiarirà la dinamica

Arrestato l'automobilista accusato di omicidio stradale sulla A21

CORTEMILIA Ha disposto una perizia cinematica la Pm Camilla Repetto, presso la Procura della Repubblica di Pavia, titolare delle indagini nell’ambito della vicenda giudiziaria riguardante il tragico incidente in cui sono morti padre e figlio francesi, di 45 e 11 anni, sull’autostrada Torino-Piacenza, a Lungavilla (Pavia), tra i caselli di Casteggio e Voghera, il 29 aprile. Due gli imputati: il conducente della Mercedes di Casale Monferrato, accusato di omicidio stradale, che avrebbe tamponato il furgone della famiglia francese fermo sul lato destro della carreggiata per un’avaria al motore e l’operaio di Cortemilia, accusato di omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga, che avrebbe travolto e ucciso, senza fermarsi, il quarantacinquenne parigino, mentre stava verificando le condizioni del figlio, sbalzato fuori dall’abitacolo per l’urto dell’iniziale tamponamento.

Sono stati nominati, quindi, i consulenti: la Pm ha incaricato l’ingegnere Mattia Sillo, il quale esaminerà, tra l’altro, i veicoli sequestrati, che sono depositati presso l’autocarrozzeria di Casatisma (Pavia), e riferirà sulla dinamica dell’incidente; il conducente della Mercedes (rappresentato dal legale Corrado Limentani del foro di Milano) e l’operaio di Cortemilia (difeso dagli avvocati albesi Roberto e Roberta Ponzio) hanno indicato rispettivamente, tramite i propri difensori, gli ingegneri Guido Cennamo e Giuseppe Cresta.

L’avvocato Roberto Ponzio ha dichiarato: «Sarà fondamentale il raccordo fra l’esame autoptico e la perizia cinematica, come sarà necessario accertare quando sono intervenute le morti e, specificatamente, se determinate dal primo o dal secondo urto o da entrambi. Sarà rilevante, inoltre, stabilire quanto tempo è trascorso tra l’iniziale tamponamento e il successivo investimento. Vanno verificate, poi, le condizioni della strada al sopraggiungere del veicolo (una Lancia Grand voyager) condotto dal mio assistito, che ha dovuto compiere necessariamente una manovra eversiva».  

Manuela Zoccola

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