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Avviata la procedura di mobilità per 14 dipendenti della casa di riposo Città di Asti

Avviata la procedura di mobilità per 14 dipendenti della casa di riposo Città di Asti

ASTI Mercoledì 5 ottobre scade l’ultimatum che il commissario della casa di riposo Maina di Asti Mario Pasino si è dato per sbloccare la vicenda mettendo insieme un piano di rilancio serio e realizzabile dopo aver sciolto tutti i dubbi di chi vorrebbe investire nella struttura, ma solo a determinate condizioni. Quindi occhi puntati sulla Hacker di Cuneo, che ha fatto presente il proprio interessamento, ma anche sulla cordata di imprenditori guidati da Amalberto e Malabaila i quali, però, si sarebbero tirati indietro, come precisato dal commissario Pasino.

Giorni fa il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno per chiedere alla Regione, «di farsi garante dei debiti della struttura, debiti che pare abbiano superato gli 8 milioni di euro e di congelare gli attuali 120 posti convenzionati, in attesa che le trattative per la vendita della struttura proseguano per evitare che soggetti privati possano beneficiare del fallimento per ottenere nuovi posti letto in convenzione». Una circostanza che, se si verificasse «Comporterebbe maggiori costi per la Regione». L’ordine del giorno chiede anche di «Indicare la struttura quale sede di un piano di sviluppo dei servizi ad alto contenuto assistenziale, anche in partner con un privato, che ad oggi risultano molto carenti nel territorio astigiano, ponendo particolare attenzione a non privatizzare, depauperare o creare concorrenza con i servizi già offerti dall’Asl».

Intanto, alla casa di riposo Città di Asti sono scattati i primi licenziamenti in attesa dell’eventuale piano di rilancio ed è stata avviata la procedura di mobilità per 14 dipendenti: sei delle cucine, due ausiliarie, due della lavanderia e quattro Oss. «Lavoratrici e lavoratori con limitazioni funzionali altissime», afferma Alessandro Delfino, segretario generale della Fp Cisl. Prosegue Roberto Gabriele, segretario generale della Fp Cgil: «La procedura è discutibile, sono stati convocati in ufficio dalla direttrice, senza il commissario straordinario Mario Pasino e senza una preventiva comunicazione ai sindacati». Spiega a sua volta Dino Penso, segretario generale Uil-Fpl: «Sono dipendenti pubblici e non beneficiano di ammortizzatori sociali. Per due anni saranno collocati in mobilità all’80% con l’obbligo di andare ovunque possano essere chiamati su tutto il territorio nazionale».

«La mobilità dura due anni. Resisterà in vita così a lungo la casa di riposo Città di Asti?», prosegue Gabriele. «Il pagamento della mobilità dipende dalla sopravvivenza dell’ente che la apre e la paura è tanta», aggiunge Penso. I sindacati considerano la mobilità un nuovo segnale concreto della crisi in atto da tempo. «Da tempo il commissario straordinario segnala le crepe e cerca di salvare il salvabile. Con la diminuzione degli ospiti, probabilmente si è resa necessaria questa scelta dolorosa», conclude il sindaco Maurizio Rasero.

Paolo Cavaglià

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