Sarno: «Se Masciari torna in Calabria senza scorta, andrò con lui»

Diego Sarno: «Se Pino Masciari torna in Calabria senza , andrò con lui»
Pino Masciari ©Santino Patanè

REGIONE Un calvario lungo 25 anni, quello del principale testimone di giustizia italiano, l’imprenditore Pino Masciari che ora è il protagonista di un’ulteriore svolta inaspettata. L’imprenditore edile nato a Catanzaro nel 1959 non si era arreso ai soprusi e dopo le denunce era entrato nel programma di protezione testimoni nel 1997 con la moglie Marisa e i due figli appena nati. Negli anni è stato un testimone fondamentale contribuendo alla condanna di numerosi capi di ‘ndrine calabresi.

Da allora vive in Piemonte dove comunque le numerose falle mostrate negli anni dal sistema di protezione hanno creato non poche difficoltà. Qua ha ricevuto la notizia che il Ministero dell’Interno ha avviato il procedimento per la revoca della scorta, poiché ritenuto non più in pericolo. Mentre prende atto della decisione e medita di tornare in Calabria con la famiglia arriva la condanna della decisione del consigliere Pd Diego Sarno.

La storia di Pino Masciari è quella di un uomo, imprenditore e padre che nella lotta tra Stato e mafie, ha scelto la fiducia nello Stato. «Una tale scelta è del tutto incomprensibile da parte di qualsiasi Governo che intenda affrontare seriamente la lotta alla criminalità organizzata, mettendosi di fianco e a protezione dei suoi cittadini invece che abbandonarli in questa lotta», spiega Sarno. «La battaglia di Pino Masciari è anche la battaglia di tutti coloro che hanno deciso di affrontare le mafie e di chi, tuttora, si trova nella difficile condizione di dover scegliere tra la denuncia e l’omertà», aggiunge il consigliere Pd.

Il Consiglio regionale del Piemonte ha già votato all’unanimità per chiedere che il Governo torni su questa scelta. La posizione di Sarno è chiara: «Se Pino dovesse ritornare in Calabria per riprendersi la sua vita, anche come scelta estrema per smuovere l’attenzione su di sé e la sua famiglia, andrò fisicamente con lui come già feci anni fa come scorta civile non violenta».

Elisa Rossanino

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