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Al via Coltivato, il festival torinese dell’agricoltura

Al via Coltivato, il festival torinese dell'agricoltura

TORINO Da domani, venerdì 31 marzo, fino a domenica 2 aprile si terrà a Torino il festival dell’agricoltura ColtivaTo. Tre giorni di dibattiti, conferenze, film, musica e visite per raccontare il comparto agricolo. Un festival diffuso che comprende diverse sedi quali: il Museo egizio, il museo del Risorgimento, la cavallerizza reale, il Circolo dei lettori, il Palazzo civico, il cinema Massimo, il Conservatorio statale di musica Giuseppe Verdi ed è finanziato, tra gli altri, dalla Regione Piemonte, dal Comune di Torino e dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Responsabile scientifico del festival è la ricercatrice e fitopatologa Maria Lodovica Gullino, che ha fondato e diretto per più di vent’anni il centro di competenza Agroinnova dell’Università di Torino, alla quale abbiamo posto alcune domande sul festival.

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Maria Lodovica Gullino

Gullino, il Piemonte e alcune sue realtà territoriali sono oggi al centro della cultura alimentare mondiale. Perché e a chi si rivolge questa serie di incontri sull’agricoltura a Torino ed in che modo può o deve coinvolgere gli addetti ai lavori ed i consumatori?

«Coltivato, il festival internazionale dell’agricoltura, si rivolge soprattutto al grande pubblico, con l’intento di fare meglio conoscere l’agricoltura e i processi produttivi che stanno alla base del cibo che consumiamo. Oggi si parla molto (a volte anche troppo, a mio modesto parere) di cibo, trascurando i processi produttivi che stanno alla base e, spesso, trascurando l’agricoltura.  Si parlerà dell’agricoltura che nutre noi, fortunati abitanti dei paesi industrializzati e deve sfamare chi vive nei paesi in via di sviluppo. Tenendo conto di una popolazione in crescita».

In che modo la tecnica, la scienza e i nostri comportamenti potranno salvare i prodotti che compongono la tradizione dei territori, dai cambiamenti climatici e dall’arrivo di nuove specie animali e di piante, o come potranno nascere nuove tradizioni?

«L’agricoltura è uno dei settori che ha più bisogno di innovazione, proprio per potere rispondere all’esigenza di produrre cibo sano, sicuro e per tutti. Dalla ricerca e dal rapido trasferimento tecnologico alle imprese deriveranno le risposte per riuscire a continuare a produrre in un contesto complicato, soprattutto a causa della crisi climatica in corso. Occorrerà sviluppare varietà resistenti a temperature più elevate e stress idrici, adattare la nostra agricoltura a una situazione climatica in fase di rapido cambiamento. Le nuove tecnologie potranno aiutarci: adattamento e mitigazione sono le parole chiave».

Dovremo cambiare il nostro approccio etico al cibo dovendo modificare tecniche e gusti in futuro? Oggi ad esempio gli insetti pare siano un modo per evitare le colture intensive animali. Quindi, ad esempio, le cavallette flagello dell’antico Egitto possono diventare l’insetto che salverà il mondo?

«La ricerca, in tutti gli ambiti, va giustamente avanti e propone nuove soluzioni, dalle farine di insetti alla carne sintetica. Ciò non significa che le nostre abitudini alimentari andranno modificate radicalmente. Ogni innovazione trova le sue applicazioni nei contesti più opportuni. Perché nel frattempo la ricerca propone anche soluzioni innovative, per esempio, per ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti, oggi tanto contestati. La storia ci insegna che, purtroppo o per fortuna, non ci sono mai soluzioni univoche e perenni. Il mondo va avanti a piccoli passi e ha bisogno di tante soluzioni».

 Quali proposte o risposte pensa possano arrivare da questa tre giorni di immersione tra passato e futuro dell’agricoltura?

Coltivato fornirà numeri, dati, parlerà di innovazione e ricerca e proporrà, spero, ai partecipanti, momenti di riflessione. Dopo di che, ognuno porterà a casa, come dice un mio amico bravo psicologo, ciò che più gli servirà. La nostra speranza, mia e di Antonio Pascale (direttore artistico di Coltivato), che abbiamo voluto portare questo festival in città, è che esso fornisca ai partecipanti informazioni utili per fare scelte consapevoli e faccia conoscere tutta l’innovazione che c’è in un settore economico così importante ma troppo spesso trascurato. Inoltre, facendo meglio conoscere i processi che portano alle innovazioni, speriamo di abbattere quella sensazione di paura che talvolta coglie il consumatore di fronte a qualcosa che è percepito come “nuovo” rispetto alla tradizione.

Per maggiori informazioni e prenotazioni agli eventi consultare il sito www.coltivato.com.

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Antonio Pascale
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