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Giostra delle devozioni, pregevoli pale d’altare di Montà in mostra

Giostra delle devozioni, pregevoli pale d'altare di Montà in mostra 13
L'esposizione montatese della Giostra delle devozioni

ARTE È ripresa, nella confraternita di San Michele a Montà, la mostra “Dipinti e ridipinti. La Giostra delle devozioni. Pale d’altare e religiosità dei laici a Montà d’Alba in età moderna”. Curata dall’associazione Montata Fangi, da Comune e Parrocchia e dall’Ecomuseo, l’esposizione è stata riaperta il 15 aprile e lo rimarrà fino al 15 giugno, il sabato e la domenica, dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 18.

La rassegna, spiega l’assessore comunale Silvano Valsania, anima e organizzatore del tutto della mostra, «Non previsto inizialmente. Poi la richiesta dell’Università di Torino di poter portare a Montà gli studenti della laurea magistrale in Storia dell’arte a fine maggio, la visita a sorpresa della soprintendente Accurti e le istanze di numerosi visitatori, ci hanno indotti alla riapertura. Se l’obiettivo resta quello di far conoscere ai montatesi l’importante patrimonio della vecchia parrocchiale, che lo stesso venga apprezzato anche dagli esperti e fuori Montà ci fa immenso piacere».

La Mostra espone quattro pale d’altare appena restaurate: una di metà ‘600 di Giovanni Antonio De Cruce; le restanti, settecentesche, di Pietro Paolo Operti e Vittorio Amedeo Rapous. A queste se ne deve aggiungere una quinta, presente sotto una pala dell’Operti, antecedente di un secolo, emersa durante i restauri.

«Il quadro nascosto non è l’unica singolarità presente», continua Valsania. «La ricerca ha meglio attestato un autore come il De Cruce, del quale finora si conosceva solamente la Santa Barbara dei Battuti Neri di Bra. Oltre alla nostra, gli sarebbero infatti ascrivibili anche una pala a Sommariva Perno e una a San Lorenzo di Fossano. Segno di una presenza significativa nell’area di questo pittore di probabile provenienza bolognese. Altrettanto interesse suscitano le occasioni, le committenze di tutte queste opere, che sempre s’intrecciano con le più generali vicende della comunità».

Agli aspetti strettamente artistici, ben restituiti da video, luci, sonorità, e soprattutto dal raffinato allestimento, la mostra affianca i risultati maturati dalla ricerca sulle devozioni cui nel tempo questi quadri hanno fatto da riferimento. Una vera e propria “giostra”, ad attestare la grande vitalità della religiosità dei laici d’età moderna. Un ulteriore percorso a disposizione del visitatore, reso attraverso pannelli bilingue e passi recitati della Filotea di San Francesco di Sales.

La mostra si avvale della direzione scientifica della Soprintendenza e dell’Università di Torino e della collaborazione del Museo diocesano albese. Gli allestimenti sono di Carlo Cantono e Jacopo Valsania, realizzati da Linealegno, i video di Alessandro Cocito, la tecnica di AVL engineering. E’ stata realizzata grazie al sostegno delle Fondazioni CRC, CRT, di Banca d’Alba e di diversi sponsor privati.

Andrea Audisio

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