Mario Sandri esulta, dopo il divieto del ministro Lollobrigida alla carne sintetica

cibo sintetico
© Coldiretti Giovani impresa

IL CASO Il dibattito sulla carne coltivata si è infiammato la scorsa settimana, dopo che il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida ha presentato un disegno di legge, approvato dal Consiglio dei ministri, che vieta di produrre, vendere, distribuire e importare la “carne sintetica”. Le virgolette sono d’obbligo, chiamandosi tecnicamente carne coltivata.

Per ora, comunque, non è stata autorizzata da parte dell’Unione europea e dell’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) la vendita di cibi derivanti da cellule staminali animali. Ma se dovesse esserlo, sarà difficile opporsi, in base al principio per la libera circolazione delle merci. Potrebbe quindi verificarsi il paradosso di un divieto che continuerà a proibire la produzione in Italia di “carne sintetica”, ma non potrà agire sulle importazioni e sulla vendita di questo prodotto con cui ci troviamo in questo momento alle prese.

Mario Sandri esulta, dopo il divieto del ministro Lollobrigida alla carne sintetica
Mario Sandri © Marcato

Di carne coltivata si è peraltro parlato anche nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, con la proposta di approvare l’ordine del giorno di Coldiretti, con cui si esprime la contrarietà a tale alimento. Presentato dal consigliere albese con delega all’agricoltura Mario Sandri, l’Odg è stato approvato con l’astensione della minoranza. È con soddisfazione che Sandri commenta la decisione del ministro Lollobrigida: «Abbiamo contribuito anche noi a ostacolare il cibo sintetico. Con forza ribadisco l’importanza di ciò che proviene dalla nostra terra, un’arma culturale ed economica contro una finanza che sta crollando. Il Governo ha fatto quello che il territorio ha richiesto: è un grande risultato iniziale da consolidare passo dopo passo».

Di carne coltivata aveva già trattato un servizio del programma Scala Mercalli, in onda su Raitre anni fa. Condotto dal climatologo Luca Mercalli, trattava i temi della difesa dell’ambiente e della lotta al cambiamento climatico. Recentemente Mercalli ha partecipato agli incontri albesi del progetto Prospettive: gli abbiamo chiesto un parere sul tema. «Posso dire ciò che i dati scientifici riportano sugli allevamenti: soprattutto quelli bovini hanno un impatto diretto sul clima, perché producono metano. I polli e i volatili inquinano molto meno. I maiali si collocano a metà strada: non sono ruminanti, ma producono molti liquami. Il problema principale, comunque, è il numero. Alleviamo miliardi di capi nel mondo, se mangiassimo meno carne di ogni tipo l’impatto diminuirebbe. Non dico di diventare vegetariani: basterebbe ridurre il consumo pro capite da cento a cinquanta chili l’anno. Vivremmo bene lo stesso, persino meglio, secondo i nutrizionisti».  

Davide Barile

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