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Le lische di pesce per contrastare le carie, ricerca premiata

Studio ha vinto il Premio nazionale GiovediScienza

Le lische di pesce per contrastare le carie, ricerca premiata
( foto acquisita da sito ANSA)

TORINO Per curare le carie e l’ipersensibilità dentale si possono usare sostanze che vengono dal mare. È la scoperta contenuta nella ricerca che si è aggiudicata il primo posto del 12/o Premio Nazionale GiovedìScienza, dedicato ai ricercatori under 35, i cui vincitori sono stati proclamati oggi a Torino, al Museo Egizio.

Ne è autrice Sara Gandolfi ricercatrice presso il Cnr – Istituto di Scienza, tecnologia e sostenibilità per lo sviluppo dei materiali ceramici di Faenza. Il progetto porta il titolo “Carie e ipersensibilità dentale: la cura arriva dal mare”.

«La sensibilità dentale può avere molte cause, tra cui, appunto, le carie – spiega Gandolfi. Alcuni batteri, detti cariogeni, producono acidi che corrodono lo smalto dentale, fino ad arrivare a ‘bucarlo’, lasciando scoperto lo strato sottostante, la dentina. Il progetto di ricerca si concentra sulle lische di pesce, scarto della filiera del cibo, da cui si estraggono prima la parte organica e in seguito la parte minerale costituita dal fosfato di calcio. Questo va a depositarsi sui tubuli dentali della dentina scoperti, agendo come tappo e contrastando la sensibilità dentale».

Il secondo classificato è Alberto Sogari, dell’ Università di Torino/Dipartimento di Oncologia con la ricerca dal titolo ‘La colibactina: la palestra in cui i tumori imparano a difendersi dalla chemioterapia’. Si aggiudica il terzo posto Francesco Saccoliti, dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova, con una ricerca in farmacologia dal titolo ‘Alla pesca del bersaglio’, che illustra il percorso scientifico per identificare la molecola organica in grado di colpire componenti cellulari il cui malfunzionamento caratterizza una certa malattia.

Ansa

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