BRA Era il 29 agosto 1976 quando fu consacrata la chiesa del quartiere Bescurone a Bra e dedicata alla Beata Vergine del Rosario: trentaquattro anni di intensa vita pastorale ed ecclesiale.
La comunità che fa capo al più giovane edificio religioso di Bra è parte della parrocchia dedicata a Sant’Andrea. Accanto alla chiesa di Bescurone sono sorte diverse attività sportive e di tipo sociale.
Da ormai quasi cinquant’anni dalla sua costruzione, la Chiesa della Beata Vergine del Rosario sarà ancora una volta al centro delle festose iniziative del quartiere Bescurone, che si svolgeranno in questi giorni e precisamente dal 6 al 8 ottobre prossimo. Questo in sintesi il programma di una festa a cui la Comunità Bescurone è particolarmente affezionata.
Venerdì 6 ottobre, dalle ore 10 alle ore 15.00 in Chiesa si svolgerà l’adorazione del Santissimo, mentre alle 20.45 ci sarà l’incontro don don Gilberto Garrone, parroco di Bra con un intermezzo musicale di Chiara Barbero e Jacopo Bertolusso.
Sabato 7 ottobre, alle ore 20.00 nel Palatenda avrà luogo la tradizionale Cena dell’Amicizia (prenotazione obbligatoria presso Bar Sportgente tel. 351 577 58 99), dopo la musica della Band “Senza dischetto”, un cammino tra i cantautori italiani.
Domenica 8 ottobre, giorno conclusivo dei festeggiamenti, sarà una giornata ricca di impegni e proposte a partire dalle ore 9.30 con la Santa Messa nella Chiesa della beata Vergine del Rosario, e a seguire un aperitivo offerto ai presenti nel giardino antistante la chiesa stessa. Il pomeriggio sarà dedicato dalle 15 con intrattenimento per grandi e piccini, seguirà la merenda per tutti e la castagnataSeguiranno infine la castagnata e alle ore 17.30 l’estrazione dei numeri della tradizionale scatolata.
«Come si può vedere si tratta di un programma ricco di proposte e iniziative, che ci coinvolgerà tutti sia a livello di partecipazione sia a livello di servizio e di volontariato- ci dice un attivo volontario della comunità,– del resto il volontariato è il motore della nostra “comunità”, un volontariato spontaneo e non “peloso”, che caratterizza da oltre cinquant’anni la vita di questa operosa collettività».
Lino Ferrero
