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Abitare il piemontese: questa settimana parliamo di Stageȓa (armadietto, scaffale a ripiani, mobile di servizio)

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Possacafé 21

ABITARE IL PIEMONTESE Vorremmo raccontare di un mobile comune, presente in ogni abitazione! Stiamo parlando della stageȓa: un mobile tuttavia generico la cui unica caratteristica è la suddivisione in ripiani. Traduciamo stageȓa con armadietto, scansia, palchetto, archivio, ma sempre questo è: uno scaffale suddiviso su più piani. Pur essendo un mobile comune sono diversi i materiali di fabbricazione e gli utilizzi. Ci sono stageȓe di legno più o meno grezzo, in metallo o di plastica. La stageȓa non ha un utilizzo deputato unico, ma può ospitare ciò che il proprietario ritiene più opportuno e per chissà quanto tempo! Dai barattoli di marmellate, antipasti e conserve, alle stoviglie; dai formaggi messi a stagionare, alle nespole (pocio) adagiate con lo stesso scopo; dalle bottiglie di vino ai libri; dall’attrezzatura di ferramenta ad appassionanti collezioni di qualsiasi cosa. La credenza dei prelati è spesso definita stageȓa.

Anche i luoghi in cui si sceglie di posizionare una stageȓa possono essere vari: in salotto, in bagno, nello studio, ma ancora meglio in una dispensa, in cantina o in garage. Ovunque, purché sia contro un muro. Addirittura in cucina si trova a fare le veci del bufet. La stageȓa è definibile a pieno titolo un comodo mobile di servizio. Solitamente i ripiani sono aperti, non chiusi da ante e cassetti, ma essendo appunto “di servizio”, se ne trovano di ogni sorta, quando non ce lo si costruisce con assi, listelli e chiodi. La stageȓa si può ricoprire con un telo per non attirare troppa polvere su ripiani e oggetti, ma anche per tenere le cose al buio.

Impossibile non pensare all’assonante voce francese étagèr che rappresenta lo stesso identico oggetto e fa pensare a étage (piano, ripiano) derivato dal latino volgare staticum (che sta fermo, fisso). A uso di metafora, c’è chi definisce stageȓa un seno prorompente (che stageȓa!), proprio per l’analogia con la sporgenza del mobile dal muro. Infine, è detto stageȓa anche il graticcio dove vengono posizionati i bigàt (bachi da seta): una stageȓa proporzionata alle loro dimensioni.

Paolo Tibaldi

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