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Itinerari d’estate / Attorno al re della pietra (MAPPA)

Il giro non ha particolari difficoltà, ma vista la lunghezza complessiva è consigliato intraprenderlo avendo alle spalle un buon allenamento e muniti di tutto il necessario. Prima di partire, meglio assicurarsi la disponibilità dei rifugi in cui si decide di soggiornare

monviso

L’ITINERARIO  «Se il Monviso ha il cappello o farà brutto o farà bello», è il celebre detto (tradotto in italiano) che in molti recitano guardando il re di pietra prima di partire per una camminata.

Sono a centinaia i percorsi escursionistici più o meno lunghi e impegnativi che si articolano ai suoi piedi, ma il più famoso e ambizioso resta il giro del Viso. Strutturato su più giorni, con tappe programmate in base al proprio allenamento e al tempo a disposizione, lungo il percorso che ruota attorno alla cima si incontrano le ardite pareti rocciose che caratterizzano le porzioni sommitali del massiccio, i laghetti cristallini, i pini cembri del bosco dell’Alevè e gli splendidi specchi d’acqua dell’alta Valle Po.

Nelle valli del Cuneese 

Tralasciando la partenza in Francia, l’itinerario può prendere il via dal versante della Valle Varaita, da Pontechianale in frazione Castello in direzione rifugio Vallanta, oppure dal rifugio Alevè in direzione rifugio Bagnour e poi Quintino Sella. L’altro possibile itinerario vede il punto di partenza in Valle Po: da Crissolo si sale fino al Pian della Regina e si prosegue al Pian del Re puntando dritti al rifugio Quintino Sella. Le varianti sono molte e non riguardano solo il punto di partenza e le soste: programmando il proprio itinerario si potrebbe ipotizzare per esempio di transitare anche al rifugio Giacoletti o sul sentiero del Postino. Il percorso completo (che può subire un ulteriore ampliamento spingendosi fino all’alta Val Pellice) è lungo 45 chilometri. Si sviluppa dai 1.900 metri di altitudine registrati nel vallone di Vallanta per raggiungere i 2.950 al Colle delle Traversette con un dislivello complessivo di 2.600 metri.

Il sentieri che compongono il giro sono tutti classificati dal Cai come di livello escursionistico (E), salvo alcuni tratti consigliati solo a escursionisti esperti (Ee).

Ipotizzando un tour su quattro giorni, una media tra i tre e i cinque proposti di consuetudine, si può fissare la partenza dal Pian del Re (2.020 metri). Dopo una foto alla sorgente del Po, si parte in direzione Refuge du Viso (2.460 metri), prima tappa del giro raggiungibile in 5 o 6 ore di cammino. Dopo aver superato le indicazioni per il rifugio Giacoletti si prosegue verso il Pian Armoine e poi in direzione Pian Mait dopo l’incrocio con il sentiero del Postino.

Tra sentieri e rifugi

Itinerari d'estate / Attorno al re della pietra
Il percorso tappa per tappa

L’ultimo tratto di salita attraversa una vasta pietraia, spesso coperta da un nevaio fino a estate inoltrata, in cui sono ancora visibili le matasse di filo spinato abbandonate dopo l’ultima guerra mondiale, prima di arrivare a una casermetta e al buco di Viso (2.860 metri). L’antico tunnel oggi percorribile permette in breve di raggiungere il versante francese (è consigliato avere con sé una
torcia). Oppure è possibile proseguire fino al Colle delle Traversette a quasi 3mila metri. Tornati sul percorso che sale al Colle Seilliere è possibile proseguire a sinistra sul largo sentiero che porta al Refuge du Viso. Dove è tempo di un meritato riposo.

Il giorno successivo si riparte con il secondo tratto, il rifugio Vallanta è raggiungibile in tre ore. Superato il Lago Lestiò si va verso il Passo di Vallanta (2.815 metri) per poi scendere nel vallone. Da qua in un’ora di cammino si può raggiungere l’omonimo rifugio, dove è previsto l’arrivo di tappa (2.450), oppure proseguire ancora verso il Passo della Losetta.

Nel terzo giorno si parte dal rifugio Vallanta seguendo il sentiero che si abbassa gradualmente su Pian Para. Raggiunta la grangia del Rio, in pochi minuti si raggiunge il bivio per il passo di San Chiaffredo. Da qua si punta al rifugio Quintino Sella (2.640), raggiungibile in 6 ore e mezza. Abbandonata la mulattiera che scende verso Castello (Pontechianale), la salita inizia dopo la passerella sul torrente Vallanta, lasciando sulla destra una diramazione per il bosco dell’Alevè e il rifugio Bagnour. Dopo un primo tratto piuttosto ripido, il sentiero taglia a mezza costa fra i pini cembri, fino al Pian Meye.

Si torna al Pian del Re

Il sentiero passa nei pressi del bivacco Bertoglio, i laghi Bertin e Lungo fino al passo di San Chiaffredo (2.764), a cavallo tra le Valli Varaita e Po. Raggiunto il passo Gallarino si prosegue tra pietraie e laghetti, prima di arrivare a destinazione.

Il giorno successivo, il quarto, si torna alla base (Pian del Re) con un cammino stimato di 3 ore e mezza. Si scende costeggiando il Viso Mozzo, sovrastando il Lago Chiaretto si arriva al Lago Fiorenza fino al pianoro.

Il giro non ha particolari difficoltà, ma vista la lunghezza complessiva è consigliato intraprenderlo avendo alle spalle un buon allenamento e muniti di tutto il necessario. Prima di partire, meglio assicurasi la disponibilità dei rifugi in cui si decide di soggiornare.

 Elisa Rossanino

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