
ALBA Il progetto per la bretella di collegamento tra corso Europa e la rotonda della Vigna può proseguire, ma mancano ancora i fondi per la seconda parte dell’intervento. E il problema deriva, ancora una volta, da Egea. È questa la notizia più rilevante contenuta nella sesta e ultima variazione al bilancio di previsione dell’anno.
La Commissione consiliare competente ha affrontato il tema venerdì scorso, così da preparare il documento per il prossimo Consiglio comunale, convocato per questa sera, giovedì 28 novembre, dalle 17.
Spiega l’assessore alle Finanze, Luigi Garassino: «La variazione ammonta a circa 3 milioni di euro: quasi 600mila per la parte corrente e 2 milioni in conto capitale. Se si scende nei dettagli, 189mila euro sono destinati alla bretella Dimar, attesa da molti anni per alleggerire il traffico sulla zona di corso Europa, spesso congestionato dalle auto».
Il sindaco Alberto Gatto entra nel merito: «Oggi rimane un problema: l’impossibilità di utilizzare l’accantonamento da 2,3 milioni di euro ancora bloccato dal non recepimento da parte di Egea della nostra volontà di recesso (si veda l’articolo sotto). Nonostante ciò, siamo riusciti a compilare una variazione importante, facendo ricorso all’avanzo di amministrazione, in attesa di un’evoluzione positiva dell’intera vicenda».
Sulla bretella, prosegue: «I fondi in questione provengono dalla stessa Dimar, per acquisire i terreni necessari alla realizzazione del primo tratto della strada. Grazie a questo contributo, saranno pagati gli espropri. Nel frattempo, prosegue l’interlocuzione con la nuova Egea e con Dimar per trovare una soluzione che consenta di ultimare tutto l’intervento, come previsto in sede di convenzione».
La domanda è proprio questa: chi realizzerà il secondo tratto, quello che era di competenza della multiservizi dell’energia? È un discorso che risale a più di dieci anni fa, quando il gruppo annunciava il progetto per la sua sede principale, in via dell’Acquedotto. La bretella sarebbe stata utile al nuovo insediamento industriale, così come a Dimar, che aveva già in programma di aprire nell’area un nuovo supermercato, poi inaugurato lo scorso anno.
Riprende l’assessore Garassino: «La seconda parte, quella che avrebbe dovuto realizzare Egea, è una questione ancora da sistemare. Sarà un percorso difficile, ma troveremo modalità diverse per dare compimento all’opera, una priorità per la viabilità locale».
Una variazione di bilancio da tre milioni
Per tornare alla variazione di bilancio, la realizzazione del centro commerciale di San Cassiano ha portato nelle casse comunali quasi 1,4 milioni di euro in conto capitale, provenienti dagli oneri di urbanizzazione, all’interno del piano esecutivo convenzionato per la realizzazione dell’intervento. Tra le entrate correnti, da segnalare 60mila euro dalle multe con l’autovelox, 77mila euro da altre infrazioni al Codice della strada e 110mila euro dal recupero dell’evasione tributaria.
In cantiere, come opere, c’è la manutenzione del verde pubblico, con interventi di potature e di messa a dimora di nuove piante, al posto di quelle che non hanno superato gli effetti della siccità estiva. Ma si prevede anche l’installazione di nuove telecamere, in un’ottica di sicurezza integrata, con un progetto che coinvolgerà sia la Questura che la cittadinanza. Altri 50mila euro andranno alla fondazione Mermet, per la valorizzazione dello storico impianto di via Diaz. Ulteriori fondi verranno destinati ad associazioni attive nel sociale.
Alba scrive, Egea non risponde
Ma perché sui conti comunali pesa la scure di quanto accantonato per il recesso da Egea, deliberato un mese fa? Il motivo, in realtà, non era previsto: la multiservizi non ha dato riscontro alla raccomandata, spedita il 31 ottobre scorso, con la quale l’Amministrazione cittadina comunicava alla società la volontà di esercitare il diritto di uscire dal suo capitale sociale. Una decisione presa, nelle ultime settimane, da tutti gli enti comunali che detenevano quote.
In termini più semplici, l’azienda – quella originaria fondata dalla famiglia Carini e non la nuova holding in mano a Iren – non ha battuto ciglio. Se piazza Duomo ha deciso di prendere le distanze «da un’impresa che produce solo debiti e che andrà in liquidazione», questo silenzio è a dir poco pesante: viene ipotecato il destino dei 2,3 milioni di euro che il Comune, sempre a fine ottobre, ha messo da parte in via previdenziale. La cifra corrisponde al 5,18 per cento (le quote albesi) della perdita di valore del capitale sociale del gruppo, oggi pari a 14 milioni di euro, contro i 58 milioni precedenti alla crisi.
L’accantonamento non tornerà nella disponibilità del Comune fino a quando Egea non avrà accettato la richiesta di recesso. Ha commentato l’assessore Luigi Garassino, durante l’ultima Commissione consiliare: «Speravamo in una rapida conclusione del recesso, espresso anche in una lettera successiva, ma non abbiamo ricevuto riscontro: dobbiamo quindi mantenere l’attuale accantonamento e fronteggiare una situazione d’incertezza».
Beppe Malò
