ALBA È stata una cerimonia intensa e a tratti commovente, quella andata in scena ieri, 13 novembre, sul palco del teatro Sociale, poi nella chiesa di San Domenico e infine in Municipio, dove la Medaglia d’oro al valore militare è stata riposizionata nell’ufficio del sindaco, dopo il furto del maggio dello scorso anno.
È stata la Giunta precedente, guidata da Carlo Bo, a richiedere alla zecca dello Stato il rilascio di una nuova Medaglia, visto che l’originale consegnato dal presidente Luigi Einaudi – settantacinque anni fa esatti – è andata perduta. Poi, con l’arrivo della nuova Amministrazione capitanata da Alberto Gatto, la copia è ritornata in città ed è stata organizzata la cerimonia.
La cerimonia
La prima tappa è stato il palco del teatro Sociale, con l’attore di Paolo Tibaldi nel ruolo di conduttore. Ha esordito Gatto, commosso: «Come i nostri padri e i nostri nonni, siamo qui per dire che Alba è antifascista». In platea, insieme a molti sindaci del territorio e le autorità provinciali, regionali e militari, anche i vertici dell’Anpi e alcuni testimoni dell’occupazione fascista. Dagli spalti del teatro, gli stendardi delle formazioni partigiane che liberarono il territorio.
È poi salito sul palco il politologo Marco Revelli, figlio dello scrittore Nuto, che ha tenuto un discorso sui valori della Resistenza e di come trasmetterli ai giovani di oggi. Ha ricordato i partigiani, tutti giovani, che scelsero di combattere per la libertà. Ha ranche ricordato gli eccidi commessi nelle Langhe e nel Roero e le tante persone imprigionate. «Questa è storia, non quella che chi ci Governa oggi vorrebbe riscrivere», ha detto. «Come preservare ciò che è stato? Con un concetto semplice: la memoria sta nelle scelte». E anche fatto proprie le parole di Beppe Fenoglio, «che ha saputo restituirci la Resistenza senza retorica, nella sua complessità e umanità».
La lettera di Bubbio
Il momento più toccante è stato quando, sul palco, sono saliti i sei sindaci di Alba viventi, che hanno letto la missiva con cui il sindaco Teodoro Bubbio chiese il riconoscimento della Medaglia d’oro: ad alternarsi, le voci di Alberto Gatto, Ettore Paganelli, Tomaso Zanoletti, Giuseppe Rossetto, Maurizio Marello e Carlo Bo.
Usciti dal teatro, il corteo si è spostato prima in san Domenico e poi in Municipio, dove la Medaglia è stata riposizionata nella sua sede originaria, alle spalle della poltrona del sindaco. Prima dello scalone, è stato intonato l’inno di Mameli e poi Bella Ciao. Nell’atrio, dall’archivio comunale e da quello di Teodoro Bubbio (conservato al Centro studi Fenoglio, sono stati selezionati ed esposti una serie di documenti sulla consegna della prima Medaglia, tra cui una copia di Gazzetta d’Alba con in copertina Luigi Einaudi.
f.p.