
BRA Sono trascorsi 60 anni da quel tragico 19 gennaio 1965, quando sei frati cappuccini persero la vita in un incidente stradale sulla strada tra Bra e Cavallermaggiore, mentre tornavano da un convegno. All’epoca non esisteva ancora la strada di scorrimento conosciuta come Reale e, in quell’incrocio, un camion carico di bestiame non rispettò il segnale di stop, travolgendo l’auto su cui viaggiavano i frati.
Tra di loro c’era padre Donato (Bernardo Vaschetto), direttore del Prenoviziato di Torino, insieme ad altri cinque confratelli, di età compresa tra i 30 e i 41 anni. La loro Fiat 600 si scontrò violentemente con il camion e finì nel torrente. La scena che si presentò ai primi soccorritori fu devastante: i frati giacevano lungo la strada, coperti dai loro cappucci.
Successivamente, le salme furono trasportate all’ospedale di Cavallermaggiore, dove i confratelli si riunirono per vegliarli. Il luogo dell’incidente è stato in seguito segnato da una lapide commemorativa, diventando noto come “l’incrocio dei frati”.
Oggi, in occasione del 60° anniversario, si è tenuta una cerimonia di commemorazione con la recita del Rosario, organizzata dai parrocchiani di Madonna del Pilone, alla presenza del Sindaco di Cavallermaggiore, Davide Sannazzaro. Tra i presenti, anche Orazio Bravo, che all’epoca dell’incidente aveva solo 19 anni e fu tra i primi soccorritori. Ora, 79enne, ha partecipato alla cerimonia insieme alla sua famiglia, mantenendo vivo il ricordo di quel giorno drammatico.
Lino Ferrero
