
REGGIO EMILIA L’associazione albese Go wine ha riunito sabato scorso a Reggio Emilia i delegati e soci promotori dalle varie aree d’Italia. Il meeting ha permesso di discutere programmi e attività del 2025, ma è stato anche l’occasione per affrontare la situazione che si è creata dopo le recenti modifiche al Codice della strada. Al termine della riunione è stato approvato un documento che esprime il punto di vista dell’associazione.
Il tema è uno solo: l’inasprimento (ritenuto eccessivo) delle sanzioni legate al superamento della soglia dello 0,5 g/l del tasso alcolemico (nella fascia fra lo 0,5 e lo 0,8). In un impianto normativo che è intervenuto con una stretta per contrastare condotte come la guida con l’uso del telefonino o con l’assunzione di sostanze stupefacenti, si è ritenuto di aggravare anche le sanzioni già esistenti sulla soglia del tasso alcolemico dello 0,5 g/l (che era già disciplinata da molti anni). Dichiara Massimo Corrado, presidente di Go wine: «La domanda che ci poniamo è: era davvero il caso di intervenire ancora su questa particolare soglia? Non stiamo parlando dello scalino successivo (quello dello 0,8), che va a toccare chi ha un atteggiamento diverso nei confronti dell’alcol e del consumo. Lo 0,5 era ed è una sorta di soglia di ingresso che va invece a generare preoccupazioni (diciamo anche terrore visto il clamore mediatico che si è creato dopo il 14 dicembre) verso un consumatore attento che degusta più che bere, che assaggia, che apprezza il vino in un determinato modo. Qui la soglia dello 0,5 è un dato che ora spaventa per l’inasprimento delle sanzioni. Non ci dev’essere un permissivismo sbagliato, ma una norma che già prevedeva la decurtazione di punti sulla patente era più che sufficiente come forma di deterrenza. Non era il caso di creare terrorismo».
Il documento di Go wine, prosegue Corrado, evidenzia tre grandi questioni che la vicenda ha innescato. La prima è la riduzione dei consumi, che sta causando un grave danno a tutto il settore, sia per il terrore mediatico che si è creato, sia per i timori indotti in un consumatore che è per sua natura moderato, che degusta e non beve, che non cerca lo sballo con l’alcol. «Da alcune settimane si sta verificando una preoccupante riduzione dei consumi con il rischio che questa normativa possa compromettere un lavoro di anni da parte di vignaioli, consorzi ed enti per affermare identità e qualità del vino italiano. La cosa paradossale è che abbiamo avversato per anni il rischio di politiche vessatorie da parte di Bruxelles, ora ci dobbiamo confrontare con una normativa costruita in casa».
La seconda questione riguarda il rischio di accomunare il vino ai superalcolici o, peggio ancora, alle sostanze stupefacenti valorizzando elementi negativi che, con messaggi confusi e indifferenziati, possono allontanare i consumatori e danneggiare il sistema. «Una sanzione eccessiva sulla soglia dello 0,5 può recare un messaggio sbagliato anche per l’immagine del prodotto, dimenticando che il vino è una delle eccellenze del Made in Italy, appartiene alla cultura rurale del nostro Paese, è portatore di tradizioni e civiltà, è fonte di sviluppo economico e sociale, con il vigneto che da sempre è espressione di bellezza e di presidio ambientale in tanti luoghi d’Italia», prosegue il documento di Go wine.
Il terzo aspetto riguarda i potenziali danni per l’enoturismo. Nei territori del vino dove gli enoturisti promuovono percorsi in auto per visitare le cantine, consumare pasti in ristoranti e organizzare itinerari sono praticamente inesistenti gli incidenti stradali dovuti all’assunzione smodata di alcol. Eppure questa nuova normativa genera apprensione per questo settore che è diventato negli anni un fattore di sviluppo economico per molti territori che non avevano in precedenza una politica turistica.
Intanto, per offrire sicurezza e servizio nei prossimi eventi Go wine metterà a disposizione un etilometro professionale, una forma di attenzione a favore dei soci e di quanti si avvicineranno alle attività dell’associazione.
Inoltre, Go wine rivolge un appello alle organizzazioni del settore perché facciano sistema e possano proporre una revisione o modifiche alla disposizione contestata, fornendo numeri e dati statistici che, al di là di espressioni generiche, possano dare sostegno alle argomentazioni. Come per esempio un’indagine che i grandi Consorzi del vino potrebbero avviare nei loro territori per documentare quali sono i numeri effettivi di incidenti stradali cagionati da soggetti che riscontravano un tasso alcolemico fra lo 0,5 e lo 0,8. Far cioè capire che è semmai la soglia dello 0,8 quella che può indicare un comportamento negativo verso l’alcol da reprimere; la soglia dello 0,5 era già sufficientemente sanzionata.
