
ALBA Il 2025 è iniziato con la nomina del nuovo presidente dell’ente Fiera del tartufo. Ma, nei prossimi mesi, sarà anche il momento di rinnovare i vertici dell’ente turismo Langhe, Monferrato, Roero. Il Consiglio di amministrazione è in scadenza: l’elezione era avvenuta il 28 aprile 2022.
In quella data, i 162 soci avevano scelto come presidente Mariano Rabino e come consiglieri Giovanni Minetti (che è anche amministratore delegato), Micaela Soldano, Elisabetta Grasso e Massimo Borrelli. Il presidente è rieleggibile per un altro mandato.
La riconferma potrebbe apparire scontata, anche alla luce dei risultati ottenuti, con una media di 700mila arrivi, equivalenti a un milione e mezzo di presenze turistiche. Ma persistono alcune incognite. La prima riguarda la rappresentatività: pare che dall’Astigiano scalpitino per avere un proprio presidente.
C’è poi una questione politica. Rabino era stato nominato all’unanimità, ma l’allora minoranza albese di centrosinistra aveva espresso critiche sulla scelta, giudicandola troppo politica. Già consigliere regionale e deputato, da anni lontano dalla politica attiva, è nota la sua vicinanza all’ala centrista di Carlotta Boffa, all’epoca vicesindaca e oggi consigliera di opposizione. Ma queste dinamiche potrebbero anche giocare a suo favore, alla luce del presunto avvicinamento degli ultimi mesi tra il sindaco Alberto Gatto e Boffa.
Interpellato sul possibile nuovo mandato, Rabino afferma: «Dopo esserci confrontati, abbiamo già dato la nostra disponibilità a proseguire. Certo, la decisione spetta ai soci. Va anche considerato che, nell’assemblea del 12 dicembre, il bilancio preventivo è stato approvato all’unanimità, un buon segnale». L’ente, oltre che partecipato da privati, vede nella compagine i Comuni di Alba, Bra, Asti e Cherasco, che arrivano al 25 per cento. La Regione detiene la maggioranza relativa, con oltre il trenta per cento.
Rabino: «In questo triennio, abbiamo fatto il nostro meglio. Ci era stato assegnato l’incarico di consolidare la destinazione delle Langhe: oggi, su 100 turisti del nostro bacino, 55 scelgono quest’area. Il 30 per cento va nel Monferrato e il 15 nel Roero. E il 55 per cento sono stranieri».
Altra missione riguardava l’inserimento a pieno titolo del Monferrato: «Oggi gli operatori astigiani sono soddisfatti. L’area ha anche registrato un grande fermento culturale, che potrebbe essere imitato dalle Langhe e dal Roero. In prospettiva, vorrei che l’ente Turismo si trasformasse sempre più nell’Atl dell’Unesco. I nomi cambiano, ma il paesaggio è unico».
