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Il violino del canalese Samuele Cerrato suona sul palco dell’Ariston

Il violino del canalese Samuele Cerrato suona sul palco dell’Ariston
Samuele Cerrato (primo a destra) in una pausa delle prove.

CANALE Talento, studio, passione, determinazione e continua voglia di imparare. Sono alcune delle caratteristiche che contraddistinguono Samuele Cerrato, il violinista canalese di 26 anni entrato a far parte dell’orchestra sinfonica di Sanremo e che potremo ammirare al Festival da domani, martedì 11, a sabato 15. 

Contattarlo non è stato semplice, dati i numerosi impegni in vista della kermesse televisiva. Samuele e il violino vivono quasi in simbiosi, come spiega il giovane musicista: «A tre anni ho detto ai miei genitori che volevo suonare come Mozart. Non so il motivo di questa affermazione, ma a cinque anni ho iniziato le lezioni di violino con il maestro Gianluca Allocco e a sette ho ricevuto la prima borsa di studio. I miei genitori mi hanno sempre appoggiato e, da un brano del concerto per violino di Beethoven, hanno capito che avevo l’orecchio assoluto».

Prosegue Cerrato: «La mia è una famiglia di artisti. Mio padre era scultore e pittore e ora insegna educazione artistica alle medie. Ha anche suonato diversi strumenti, non a livello professionale. Mia madre, pittrice e restauratrice, insegnava anche danza e, in più mi costruiva i giochini per aiutarmi e invogliarmi a studiare». 

Per Samuele la carriera non è sempre stata facile. «Ci sono stati momenti difficili. L’ambiente è più complicato di un tempo perché il numero di musicisti rispetto al passato è aumentato e il livello professionale è molto alto. C’è stato un periodo in cui mi sono dovuto fermare. Suonavo dieci-undici ore al giorno e ho avuto un problema muscolare tale da non riuscire più a suonare per il dolore. Poi, pian piano, grazie al professor Fabrizio Pavone, sono riuscito a sistemare i miei problemi tecnici e muscolari e mi sono rimesso a studiare».

Il violino del canalese Samuele Cerrato suona sul palco dell’Ariston 1
Il violinista canalese con Giorgia.

Per quanto riguarda il Festival di Sanremo, Samuele dice di aver partecipato al concorso quasi per caso, come banco di prova. «Mi sono preparato in pochissimo tempo, ma ho superato le fasi finali. Sono stato chiamato prima come aggiunto e, da dicembre, sono diventato stabile all’orchestra di Sanremo. Il Festival è un’esperienza bellissima, molto diversa rispetto a ciò a cui siamo abituati noi artisti di musica classica. È bello essere all’interno e vedere la macchina organizzativa in movimento. È un mondo affascinante, in cui ogni artista che incontri ti può insegnare tanto e lo vedi esibirsi a un metro da te».

Per il futuro Samuele si dice soddisfatto di dove è arrivato, ma ha tanti sogni e aspettative. «È difficile dire che cosa farò “da grande”. Intanto sono stabile all’orchestra di Sanremo, ma sto pensando a come mettermi in gioco. Rispetto al passato ho sicuramente meno paura a fare le cose. Devo sempre trovare il modo per sentirmi felice e soddisfatto di quello che faccio».

Samuele ama molto studiare, non solo la musica. Per esempio conosce una notevole parte della Divina commedia a memoria. «Studiare la vita degli altri mi aiuta a capire meglio la mia. La musica è stata una ricerca, un modo per capire quale fosse la mia strada. Quando suono mi sento me stesso. Ho sempre avuto idee che ho cercato di far emergere, anche se possono non piacere a tutti».

 Elena Chiavero

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Samuele Cerrato e Simone Cristicchi.
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