Care amiche e amici in foto. Penso continuamente a voi dopo avervi conosciuti la prima volta nel giugno 2024, quando mi trovavo ricoverato presso il reparto di cardiologia. Mi colpiste già allora per la vostra dolcezza e simpatia che molto mi aiutò in quei giorni bui. Non solo.
Ultimamente ho avuto la fortuna di rincontrarvi nei sabati pomeriggio presso il tempio (come lo chiamo io) dove voi svolgete un compito, anzi direi una missione, di una straordinaria utilità verso le persone in difficoltà. Tutto questo mi tocca il cuore.
Se poi aggiungiamo lo scherzoso approccio dei fantastici Nasi rossi e la tenerezza di voi tutte/i alla mia capacità immediata di controllare l’emozione, chiudendo a mia tutela le cataratte degli occhi, ne consegue che vi stimo tantissimo e vi voglio un sacco di bene. Non smettete mai, perché siete un faro nella notte del dolore! Grazie.
gio.ve., Canale
