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I volontari di Legambiente raccolgono montagne di rifiuti in zona Gurej (Foto)

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VERDUNO Caffettiere, stoviglie, mobili, taniche, pneumatici, ventilatori e altri elettrodomestici. Sono alcuni degli oggetti che i volontari di Legambiente Langhe e Roero hanno trovato in località Gurej.

«Per noi non è una sorpresa che ci sia sempre così tanto da raccogliere. Temiamo che il problema, più volte segnalato agli enti competenti, non sia stato preso in considerazione. Periodicamente torniamo in questi luoghi e rinveniamo rifiuti di ogni tipo. Si tratta di un’area lontana dagli occhi di tutti. In modo indisturbato è facile addentrarvisi, aprire il bagagliaio e scaricare», spiega Nadia Virtuoso, referente del gruppo.

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Analizzando il materiale raccolto, spiega Virtuoso, «notiamo che l’area è presa di mira da soggetti diversi. Abbiamo trovato sacchi di Comuni piuttosto lontani da Verduno, scarti di lavorazioni edili o il bottino di qualche svuotacantine».

La presenza del vicino cantiere dell’Asti-Cuneo ha solo ampliato un problema che caratterizza l’area da tempo, a discapito della pista ciclabile adiacente e di chi lì coltiva i campi. «Nonostante i lavori in corso non è difficile accedere, non lo è stato per noi che abbiamo lavorato per due sabati consecutivi, non lo è per i clienti della macelleria e nemmeno per coloro che riversano i loro rifiuti», aggiunge Virtuoso.

Alla questione ambientale si aggiunge un risvolto economico. «Smaltire ciò che raccogliamo ha un costo che ricade sui verdunesi. È tempo di agire, proponiamo la convocazione di un tavolo con gli Enti competenti, le Forze dell’ordine e i privati interessati. Noi siamo disponibili a dire la nostra», spiega Virtuoso.

Mentre i volontari lanciano l’ennesima segnalazione, l’Amministrazione dichiara di essere informata della questione. «Non ci pare ci sia un peggioramento. Siamo al corrente della situazione precaria anche dal punto di vista della sicurezza, ma dobbiamo considerare la presenza del cantiere. Abbiamo molti progetti nel cassetto, come la creazione di un parco fluviale regionale in collaborazione con altri Comuni o il ripristino degli ecosistemi compromessi con i lavori», spiega la sindaca Marta Giovannini.

«Il progetto richiede tempo e soldi. Siamo sensibili al tema ambientale, ma non è pensabile l’installazione di telecamere per monitorare l’area, è troppo ampia e molti terreni sono privati. Anche la nostra Polizia locale non ha le forze per gestire la situazione».

Per sensibilizzare la comunità domenica scorsa, 2 febbraio, per la Giornata mondiale delle zone umide i volontari di Legambiente sono tornati sulla spiaggia dei cristalli per richiamare l’attenzione su un’area che spesso è al centro di vandalismi.  

Elisa Rossanino

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