
ALBA Parafrasando Gino Bartali, per quanto riguarda la viabilità di Alba «è tutto da rifare». Potrebbe essere questa la sintesi del pensiero dell’architetto Silvio Veglio in merito alle scelte messe in atto con il Piano regolatore approvato nel 2012 dalla Giunta Rossetto, al temine di un cammino lungo e tormentato.
Dal suo punto di vista, il progetto realizzato dallo studio Benevolo di Brescia sarebbe già in età pensionabile e corresponsabile – insieme ad altre circostanze – dell’attuale situazione che vede la città in balìa del traffico. Spiega Veglio: «Qualsiasi accesso o uscita è, in certi orari, impraticabile. L’attuale piano era basato su premesse urbanistiche che si sono rivelate sbagliate, in quanto la città non ha neppure sfiorato i tanto attesi e auspicati 40mila residenti. Per fortuna, viene da dire oggi».
Che cosa è stato sbagliato, nel 2012, Veglio?
«Si pensò molto ai contenuti urbanistici (città policentrica, grandi costruzioni a San Cassiano e Mussotto, per esempio), forse sottovalutando gli aspetti inerenti la viabilità locale e i collegamenti con l’esterno. Con poco più di 30mila residenti, ogni giorno Alba viene presa d’assalto da circa 100mila mezzi. Non tutto è causa del Piano regolatore, sia chiaro: nel determinare la situazione attuale, concorrono anche le difficoltà e i tempi di realizzazione dell’Asti-Cuneo, l’impossibilità di realizzare le gallerie sotto il Tanaro che rendono indispensabile il ruolo della tangenziale e l’idea stessa che il terzo ponte possa essere la bacchetta magica che farà sparire le code. Si aggiungano, poi, i costi di realizzazione delle infrastrutture viabili e la totale dipendenza di Alba dalla generosità degli enti superiori».

Il terzo ponte sul Tanaro non sarà d’aiuto, quindi?
«Prima di tutto, non ci sono i soldi per costruirlo. E poi mancano i collegamenti. La ratio di un terzo ponte sul fiume (l’ultimo è stato quello della tangenziale dedicato ai caduti di Nassiriya, ma dal 1982 ne è passata di acqua) sarebbe quella di un collegamento strategico con la cosiddetta tangenziale Est. Que- st’ultima dovrebbe unire il Mogliasso, cioè l’autostrada, con la rotatoria di strada Sottoripa. Peccato che il Piano non abbia riconosciuto la priorità di questo collegamento e oggi il tracciato interseca importanti concessioni che, di fatto, rendono molto difficile seguire il percorso già previsto. Nel mezzo, poi, ci sono numerose costruzioni, come gli stabilimenti della Miroglio. In egual modo, il piano non ha dato priorità alle gallerie di Santa Rosalia».
Insomma, un’opera non così utile, secondo lei.
«Per spostare ingenti volumi di traffico, per esempio da piazza Monsignor Grassi verso Est, occorre che il terzo ponte dia accesso a un collegamento vero e praticabile che aggiri la città in direzione via Rio Misureto e risalga sino a strada Sottoripa, per collegarsi per mezzo delle gallerie di Santa Rosalia verso una strada che scenda in zona cantina Roddi, così da incontrare l’autostrada. Peccato che il tracciato della tangenziale Est a oggi è inutilmente tortuoso e quindi molto complesso da realizzare».
Sarebbe meglio allargare il ponte Albertino, risparmiando risorse
Gli accordi sottoscritti per fare spazio al lotto 2.6 dell’A33 prevedevano risorse da spendere in opere complementari: non si potrebbero utilizzare per migliorare la viabilità, Veglio?
«Può darsi che fossero risorse disponibili, visto che qualcuno ha firmato i patti. Ma senza progetti, non si ottieme il finanziamento di opere infrastrutturali. E, per gli interventi di compensazione, i progetti non ci sono mai stati».
Come si potrebbe agire?
«Sulla base del lavoro svolto personalmente e nell’ambito dell’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero, possiamo dire che il problema è il rondò, prima del ponte Albertino. A complicare le cose, c’è la ferrovia e due passaggi a livello. Faccio una proposta: risparmiando la metà dei soldi previsti, si potrebbe raddoppiare il ponte, compresa la pista ciclopedonale. Sarebbe molto più agevole smaltire il traffico in arrivo e in uscita. Lo spazio dell’ex Barberis potrebbe essere trasformato in un parcheggio d’interscambio a protezione del centro città».
E verso Est?
«Se fosse possibile realizzare la galleria sotto la collina di Santa Rosalia, si potrebbe ipotizzare un collegamento di soli 2.200 metri in direzione di strada Castelgherlone, con uno sbocco su corso Barolo, in prossimità della rotatoria dell’Apro. Se posso, vorrei aggiungere un altro intervento che ritengo prioritario, sempre facendo riferimento alla zona del centro storico».
A che cosa si riferisce?
«Nel tratto compreso tra corso Italia e lo stabilimento dell’ex Rotoalba, sarebbe molto utile procedere con la copertura della ferrovia, così da recuperare 200 metri preziosi e convertirli in parcheggi, in modo da dare una risposta alla carenza di stalli in centro. Sarebbero anche molto utili per il futuro palazzetto di Banca d’Alba in via Liberazione». b.m.
Beppe Malò
