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Caso Proteco-Ferrero / Cgil prende posizione: «Gli appalti per il confezionamento nella Granda sono un sistema da scardinare, calpestano i diritti dei lavoratori» (VIDEO)

Con la conferenza stampa di questa mattina, 16 aprile, è stata segnata una svolta nella battaglia portata avanti dalle lavoratrici della Proteco, insieme al sindacato Usb

Caso Proteco-Ferrero / Cgil prende posizione: «Gli appalti per il confezionamento sono un sistema da scardinare, calpestano i diritti dei lavoratori»
Piertomaso Bergesio e Marco Beltramo di Cgil.

ALBA Era lo scorso luglio quando, sulle pagine di Gazzetta d’Alba, emergeva con le parole dei sindacalisti dell’Usb il caso Proteco: la protesta delle lavoratrici – oltre 350 nei momenti di alta stagione – che confezionano prodotti per Ferrero. Un vero e proprio appalto. Peccato che, se si guarda al netto dello stipendio netto ricevuto dalle lavoratrici, si arriva a poco più di 5 euro e mezzo all’ora, oltre alla mancanza di continuità e a carenze contributive. Insomma, un lavoro precario e povero.

In tutti questi mesi, la protesta è andata avanti, fino all’ultimo picchetto della scorsa settimana di fronte alla sede albese della Cisl, che insieme a Uil ha firmato un accordo integrativo ulteriormente peggiorativo delle condizioni delle lavoratrici.

A prendere una posizione diversa è Cgil Cuneo che questa mattina, nella sua sede albese in via Rossini, ha organizzato una conferenza stampa sul tema degli appalti nell’agroalimentare  e delle cooperative di confezionamento nella Granda. Come ha detto Piertomaso Bergesio, segretario provinciale: «La nostra provincia è una piccola Baviera, con un Pil di oltre 22 miliardi nel 2023, pari all’oltre 14 per cento del Pil piemontese e a più dell’1 per cento di quello Italiano. Abbiamo aziende ai vertici a livello nazionale, eppure abbiamo stipendi medi più basi sia rispetto alla Regione che al Paese». Il mondo cooperativistico nel settore alimentare oggi assorbe in provincia tra le 2mila e le 3mila persone, di cui la stragrande maggioranza si vedono applicare il contratto multiservizi, che è povero per natura e che soprattutto è pensato per ben altre mansioni, cioè per gli addetti alle pulizie.

Se si guarda agli stipendi lordi, un operaio con il contratto alimentare riceve una paga oraria di 10,8 euro, con il contratto della logistica di 10 euro e con il multiservizi di 7 euro.

«È la logica del profitto», ha detto Bergesio. «A discapito dei diritti dei lavoro e della dignità, una spirale che riguarda spesso donne e uomini stranieri. Il caso Ferrero-Proteco rientra in questo scenario». L’azienda, oltre a Proteco, appalta il confezionamento ad altre realtà del territorio: la Nuova Cesare Delpiano, la Arcon e la Ldr. La Maina e la Lindt lo fanno con altre cooperative della provincia, così come la Miroglio, per un altro settore. In totale, se si guarda al confezionamento, sono 39 le cooperative interessate.

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Un gruppo di lavoratrici della Ferrero e Voncenzo Lauricella (Usb)
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La conferenza stampa.

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«È un sistema che ha enormi analogie con quanto accade per la manodopera in vigna. E il paradosso è che parliamo di realtà, come Ferrero, che possono dimostrare anche in questo campo lungimiranza e attenzione al territorio: parliamo di lavoratori e lavoratrici del loro indotto».

Presente anche Vincenzo Lauricella, dell’Usb, e alcune lavoratrici: «Il fatto che Cgil ora sia in prima linea, rafforza la nostra lotta». Nel frattempo, procede la vertenza avviata sempre dall’Usb. Cgil proseguirà a confrontarsi con Confindustria, che in questo caso rappresenta Ferrero, e chiederà un tavolo direttamente con l’azienda: «Se si proseguirà con questa chiusura, passeremo anche noi alla mobilitazione», ha concluso Bergesio.

Qui le video-interviste ai delegati sindacali: 

Ulteriori approfondimenti sul numero di Gazzetta d’Alba in edicola da sabato 19 aprile

Francesca Pinaffo

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