
LA STORIA «Ciao cugino, finalmente ti ho trovato»: con questa frase, inviata sette anni fa su Facebook dalla brasiliana Eugenia Semenzini al rodellese Marco Giachino, iniziava la storia dell’incontro, dopo 150 anni, tra i Giachino langaroli e sudamericani.
La scoperta avvenne quasi per caso, attraverso dettagli che combaciavano nelle pubblicazioni che Marco è solito postare su Facebook.
La ricostruzione dell’albero genealogico si deve in gran parte a un altro cugino, Eduardo Giachini. Molto somigliante al parente Marco, la leggera differenza nel cognome è dovuta a un refuso dell’anagrafe. Nel 2021, durante la convalescenza da un intervento, Eduardo si è unito alle ricerche, apportando metodo e rigore. Ha ricostruito il filo della discendenza a partire da Giacomo Giachino, detto Santiago, nato a Gottasecca nel 1831 ed emigrato in Uruguay tra il 1865 e il 1870. Uno dei suoi figli, Giuseppe, si trasferì in Brasile nel 1894 per lavorare alla ferrovia.
I legami familiari tra Uruguay, Brasile e Italia sono rimasti vivi fino alla metà del Novecento grazie a scambi epistolari. E oggi rivivono in un grande gruppo WhatsApp transnazionale. Marco, che a Rodello vive in località Moje con la moglie Palmina e il figlio Luca nella casa acquistata dal nonno oltre settant’anni fa, è discendente di un cugino di primo grado di Giacomo.
Eduardo, residente a São José dos Campos, ha voluto incontrare personalmente i parenti italiani: la sua prima visita risale al 2022, la seconda al febbraio dell’anno scorso, accompagnato dalla moglie Angela e dai figli Vinícius e Leonardo. Oltre a proseguire la ricerca d’archivio di atti di nascita e battesimo tra Gottasecca e Camerana, per l’occasione la famiglia era stata accolta in Municipio a Rodello dal sindaco Franco Aledda.
Eduardo ha promesso di tornare in Italia entro fine anno. Nel frattempo, in vista del 7 maggio, giorno del settantesimo compleanno di Marco, gli ha fatto recapitare un dono speciale: una scatola contenente cinquanta copie di E poi è magia, una raccolta dei racconti che il cugino rodellese gli invia regolarmente tramite Internet.
Spiega Eduardo: «Sono tutti testi che mi ha mandato dal 2021, quando ho cominciato a interessarmi alla genealogia e alle origini della famiglia Giachino. La maggior parte si conclude con la frase “E poi è magia”, da cui è nato il titolo. Marco scrive con il cuore, ricordando con tanta nostalgia e affetto gli antenati. Mi hanno colpito in particolare le storie sulle difficoltà vissute durante la guerra, una realtà molto diversa da quella odierna. Uno degli scopi del libro è permettere che i racconti possano essere letti e tramandati alle generazioni future».
Riguardo alla parte pratica, aggiunge: «Rosa, una sua cugina, mi ha fornito un elenco delle stamperie di Alba. Ho scelto la prima che mi ha risposto, La tipografia di Manuela Sandri. La prima formattazione l’ho effettuata io, usando il correttore di Word e Chatgpt. Per la revisione finale mi sono affidato ad Antonello Caragnano, un professore di italiano che lavora in Brasile, dal quale avevo preso lezioni anni fa. Infine, ho incaricato una grafica professionista per l’impaginazione: a quel punto è bastato inviarlo in stampa. Ci tengo a dire che sono state necessarie pochissime correzioni: Marco scrive molto bene».
Conclude Marco: «Scrivo appena mi alzo: a volte alle 3.30 sono già in piedi e, alle 6.30, ho già spedito il testo in Brasile. Ammetto di non essere ancora riuscito a leggere il libro: ho cominciato subito a piangere. Sono passati 150 anni prima che le nostre famiglie si ritrovassero, ma con Eduardo parlo come se ci conoscessimo da sempre».
Davide Barile
