
AMIANTO Sorveglianza per gli ex esposti all’amianto: ci siamo. Almeno per l’area di competenza dell’Asl Cn2, che in Piemonte segue di poco quanto fatto nella vicina azienda sanitaria del Cuneese. La possibilità di sottoporre a controlli accurati i lavoratori che, per ragioni professionali, sono stati a contatto con l’asbesto ha radici lontane. Già dopo il divieto di vendita e installazione di materiali contenenti amianto, promulgato nel 1992, se ne iniziò a parlare.
L’atto che ha posto le basi per la sorveglianza è la legge regionale 30 del 2008, confermata dalla Conferenza Stato-Regioni nel febbraio 2018. Gli anni di attesa erano stati rotti, il 28 aprile dell’anno scorso, dall’annuncio della partenza del programma da parte del presidente della Regione Alberto Cirio.
Nei mesi successivi, i lavoratori hanno potuto aderire alla campagna ma l’avvio effettivo è slittato di parecchio. A gennaio qualcosa si è sbloccato e l’Asl Cn1 ha iniziato a chiamare i lavoratori iscritti per le visite mediche all’ospedale di Cuneo: si è trattato della prima azienda sanitaria piemontese a farlo. Altrove, lo stallo è proseguito.
Come ha riferito Sebastiano Sampò, presidente dell’Arasis (Associazione rischio amianto e sostanze inquinanti), «due settimane fa l’Asl Cn1 ha avviato il programma pure all’ospedale di Mondovì, zona della Granda in cui, insieme a Savigliano, erano concentrate la maggior parte delle aziende che usavano amianto. Per ora, le adesioni sono state oltre trecento».
In fatto di efficienza, l’Asl Cn2 non è stata da meno: all’ospedale di Verduno la sorveglianza è partita lunedì 19 maggio, con i primi tre ex esposti.
Lo conferma Giuseppe Calabretta, direttore del locale Spresal (Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro), struttura alla quale la Regione ha affidato il compito della sorveglianza. «Per ora, gli iscritti della nostra Asl sono diciassette. Ne passeranno tre alla volta perché gli accertamenti richiedono parecchio tempo: già solo per la compilazione del questionario iniziale – nel quale i medici riescono a farsi un’idea del rischio e dei tempi di esposizione del paziente –, ci vuole più di un’ora. Subito dopo eseguiamo la spirometria e, a seconda delle esigenze, una radiografia del torace o una Tac. Forniamo consigli pratici per preservare la salute e, in seguito, i pazienti potranno essere richiamati per controlli periodici».
L’organizzazione «ha richiesto un grande sforzo, a partire dalla creazione delle agende per ogni iscritto e dalle difficoltà del nostro dislocamento da via Vida a Verduno. Siamo soddisfatti di essere i secondi, dopo l’Asl Cn1, a partire. Con la sorveglianza potranno essere individuate varie malattie in fase precoce. Tra queste, la peggiore è il mesotelioma, un tumore molto aggressivo che lascia poche possibilità di sopravvivenza dopo i cinque anni. Altre patologie sono il tumore polmonare, le placche pleuriche e l’asbestosi. Se riconosciute e trattate in tempo, l’evoluzione delle malattie può rallentare. Il monitoraggio permette di riconoscere anche eventuali lesioni da tenere sotto controllo».
L’adesione alla campagna da parte dei lavoratori è possibile collegandosi al portale regionale sansol.isan.csi.it.
Davide Barile
