
CUNEO Aveva denunciato il marito per maltrattamenti, raccontando anche di essere stata costretta dalla famiglia a sposarlo, quando era ancora minorenne, prima di arrivare in Italia. La protagonista di questa vicenda è una giovane albanese, oggi poco più che ventenne, residente nel Saluzzese.
Il tribunale di Cuneo ha condannato l’uomo a due anni e sei mesi di carcere, contro i tre richiesti dall’accusa. «Aveva paura che la sua famiglia la facesse fuori, ne aveva proprio il terrore» ha confermato in aula la datrice di lavoro di lei, divenuta la sua migliore amica.
Era stata lei, insieme a un altro amico, a ricevere le richieste d’aiuto della ragazza: foto e messaggi dopo un diverbio violento con il marito. La persona offesa, non costituitasi come parte civile, si era separata a seguito di quell’episodio.
«Un contesto di timore anche in situazioni ordinarie» secondo la sostituta procuratore Francesca Lombardi. La difesa aveva parlato di un processo «viziato da differenze culturali e linguistiche», imputando le pressioni al contesto familiare piuttosto che al marito.
Ansa
