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Gesù ha incarnato la misura divina dell’amore

Gesù ha incarnato la misura divina dell’amore 1

PENSIERO PER DOMENICA – QUINTA DI PASQUA – 18 MAGGIO

In questa V domenica di Pasqua abbiamo una novità: non vengono più raccontate apparizioni del Risorto. Le letture bibliche offrono chiare indicazioni per noi che, come i primi credenti, dobbiamo seguire Cristo prescindendo dalla sua presenza fisica. Possiamo individuare tre strade.

Uniti nella fede, autonomi nell’organizzazione. Paolo e Barnaba, nel loro primo viaggio missionario hanno dovuto inventare uno stile di vita per salvare e far crescere la fede in comunità piccole, in un contesto socio-religioso non favorevole, a volte ostile (Atti 14,21-27). Visitando, sulla via del ritorno, le comunità fondate, confermano la scelta fatta, invitando i credenti a restare saldi nella fede nella risurrezione di Gesù e nel suo Vangelo. Poi però scelgono come guida di ogni comunità dei leader interni, persone fidate, che conoscono bene le persone e i problemi della comunità. Le scelte di Paolo sono adatte al mondo ellenistico, segnato dalla presenza di culture e religioni diverse: un mondo più simile al nostro, molto più simile di quello in cui aveva operato Gesù: un mondo chiuso con una religione dominante.

Una speranza che permetta di attraversare l’oceano delle persecuzioni. Nelle domeniche di Pasqua non manca mai un brano dell’Apocalisse (21,1-5). In questo ultimo libro della Bibbia, scritto per alimentare la speranza dei cristiani perseguitati, l’autore cerca di individuare le conseguenze della risurrezione di Cristo sulla storia. Con questo evento sono iniziati i cieli nuovi e la terra nuova, caratterizzati da una nuova presenza di Dio in mezzo agli uomini: «Dio asciugherà ogni lacrima… e non vi sarà più la morte, né lutto, né lamento». Ciò che è avvenuto in Cristo avverrà anche per noi.

Un’idea chiara su cosa significa vivere da cristiani. L’aveva indicata Gesù ai suoi, nel Cenacolo (Gv 13,31-35), con parole chiare. Evidentemente quando aveva avvallato la risposta dello scriba – «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore; amerai il prossimo come te stesso» (Mc 12,30-31) – non aveva ancora scoperto tutte le sue carte, non aveva ancora detto lo specifico del suo messaggio. Se lo scriba aveva ben sintetizzato la fede ebraica, Gesù, nell’imminenza della passione e morte, non può più temporeggiare e aggiunge l’ultimo tassello: «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri». Questo è l’amore che ha incarnato, questa è la misura «divina»: amare fino a sacrificare sé stessi, fino a dare la vita. Lui lo ha fatto. Per questo osa chiederlo anche a noi!

Lidia e Battista Galvagno

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