
VATICANO Questa mattina, sabato 10 maggio, il Papa ha incontrato i cardinali e, tra l’altro, ha spiegato perché ha scelto il nome Leone XIV: «Vorrei che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione, in tale cammino, alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II. Papa Francesco ne ha richiamato e attualizzato magistralmente i contenuti nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, di cui voglio sottolineare alcune istanze fondamentali: il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio (cfr n. 11); la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana (9); la crescita nella collegialità e nella sinodalità (33); l’attenzione al sensus fidei (119-120), specialmente nelle sue forme più proprie e inclusive, come la pietà popolare (123); la cura amorevole degli ultimi, e degli scartati (53); il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà (84; Concilio Vaticano II, costituzione pastorale Gaudium et spes, 1-2)».
«Si tratta di principi del Vangelo che da sempre animano e ispirano la vita e l’opera della famiglia di Dio, di valori attraverso i quali il volto misericordioso del Padre si è rivelato e continua a rivelarsi nel Figlio fatto uomo, speranza ultima di chiunque cerchi con animo sincero la verità, la giustizia, la pace e la fraternità (cfr Benedetto XVI, lettera enciclica Spe salvi, 2; Francesco, bolla Spes non confundit, 3)».
«Proprio sentendomi chiamato a proseguire in questa scia, ho pensato di prendere il nome di Leone XIV. Diverse sono le ragioni, però principalmente perché il papa Leone XIII, infatti, con la storica enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».
