
BARBARESCO – I parenti e la commercialista di famiglia di due anziani fratelli, una donna di 87 anni e un uomo di 93 anni, hanno segnalato ai Carabinieri della stazione dei Carabinieri di Neive, che la badante dei due anziani, una donna macedone classe 1981, si era fatta intestare un appartamento in Guarene acquistato nel settembre 2024 dall’anziano.
L’incontro tra il novantatreenne e la badante era avvenuto nel 2023 all’interno di una casa di riposo che l’anziano aveva lasciato nel 2024 per raggiungere la sorella in un appartamento di proprietà a Barbaresco.
La badante si era così dichiarata disposta ad assistere entrambi gli anziani, previa regolare assunzione, avvenuta a marzo dello stesso anno. Fin dall’inizio della sua attività, la 44enne macedone, dimorante in Asti, aveva lamentato le difficoltà nel raggiungere l’abitazione dei due fratelli e abusando dei bisogni, dello stato d’infermità dei due anziani, li aveva indotti ad acquistare e successivamente a farsi intestare un appartamento nel Comune di Guarene.
Nel frattempo, la commercialista di famiglia, insospettitasi, aveva rilevato un danno al patrimonio dei due anziani ammontante a circa 365mila euro circa, consistito, oltre all’appartamento acquistato, anche ad altre cessioni in denaro, ammontanti a circa 1000 euro ogni dieci giorni.
Parallelamente, in occasione della ormai nota e consolidata campagna antitruffa in danno degli anziani, promossa dal Comando provinciale di Cuneo, i Carabinieri di Neive, in occasione di tali incontri, avevano avuto modo di visitare l’alloggio dei due fratelli e verificare il precario stato di salute e abbandono, rilevando l’insalubrità degli ambienti.
Ciò aveva consentito di attivare mirate indagini, allertando anche i servizi sociali competenti per il territorio.
La Procura della Repubblica di Asti delegava i carabinieri di Neive a compiere una serie di accertamenti e riscontri mirati, anche di natura contabile e amministrativa a carico della badante macedone. I riscontri investigativi, compiuti dai Carabinieri di Neive, consentivano all’Autorità giudiziaria di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico della badante, la quale, il 4 luglio scorso è stata tradotta presso il carcere di Torino.
