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Goran Bregović: una notte di festa e magia alla Zizzola

Con “Il Pescatore” l'omaggio a De André diventa un ponte sonoro tra i Balcani e la canzone d’autore italiana

Goran Bregović: una notte di festa e magia alla Zizzola
Goran Bregović - foto Pierangelo Vacchetto

di Pierangelo Vacchetto

MUSICA – Un’apertura inaspettata, quasi sospesa tra sacro e profano, ha dato il via al concerto di Goran Bregović ieri sera a Bra, sul suggestivo palco della Zizzola, simbolo della città e cornice ideale per uno degli eventi di punta del Festival Attraverso 2025.

A sorprendere fin dai primi minuti è stato il delicato e sentito omaggio a Fabrizio De André, con una versione intensa de “Il Pescatore“, già proposta lo scorso febbraio al Festival di Sanremo in un duetto con il giovane rapper genovese Olly.

Qui il brano, privo della scenografia e del frastuono dell’Ariston, ha trovato una nuova vita: immerso nei timbri pastosi dei fiati balcanici e sostenuto da una ritmica lenta, quasi processionale, ha acquisito un tono liturgico, trascendente. Non è stato un semplice tributo: è sembrato piuttosto un rito di apertura, un richiamo alle radici comuni che uniscono le musiche popolari del Mediterraneo e dei Balcani, ma anche una dichiarazione d’intenti. La musica di Bregović non conosce barriere, e anzi si nutre dell’incontro, del dialogo tra le culture.

Da lì in poi, è stato tutto un crescendo di ritmo, vitalità e trasporto collettivo. Accompagnato dalla sua instancabile Wedding and Funeral Band, formazione che ormai da anni rappresenta il cuore pulsante delle sue esibizioni dal vivo, Bregović ha costruito un concerto che è stato un vero e proprio viaggio sonoro tra sacro e profano, tra euforia collettiva e introspezione malinconica.

Brani celebri come “Gas Gas” e “Ederlezi” hanno alternato momenti di autentica trance collettiva a passaggi più intimi e spirituali. I ritmi tradizionali zigani, con le loro inconfondibili progressioni circolari, si sono fusi con accenti rock, orchestrazioni da fanfara e inserti corali dalla potenza ancestrale.

La scrittura di Bregović, sempre sospesa tra composizione e improvvisazione, tra partitura e ritualità, si è confermata ancora una volta come un linguaggio musicale autonomo, capace di parlare a pubblici trasversali e di generazioni diverse anche in un nuovo brano che uscirà a settembre dal titolo “Uzo & Banana”.

Brani storici come “Kalashnikov“, “Bella Ciao” reinventata in salsa balcanica, che hanno chiuso il concerto e le trascinanti danze zigane hanno fatto alzare tutti in piedi, trasformando la collina della Zizzola in una festa popolare sotto le stelle. In tempi di confini ridisegnati e identità frammentate, la musica di Bregović resta un potente antidoto alla chiusura, un invito a lasciarsi attraversare da storie, voci e melodie che vengono da lontano, ma che, come dimostrato ieri sera, sanno parlare con forza anche al nostro presente.

Il Festival Attraverso, nato per connettere luoghi, genti e memorie, non poteva desiderare serata migliore. La rassegna giunta al decimo anno, si sviluppa nei borghi e nelle colline del Piemonte meridionale, attraversando Langhe, Roero e Monferrato.

Ieri sera è stata anche l’occasione per ascoltare Alessio Alì, il cantautore vincitore del premio Gianmaria Testa che ha aperto la serata.

L’idea di mettere in dialogo musica, paesaggio e cultura è stata perfettamente incarnata da questa serata: un evento che ha saputo coniugare riflessione e festa, tradizione e contemporaneità.

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