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La voce di Hind Rajab sarà al Cinema Moretta di Alba nel fine settimana

ALBA – La voce di Hind Rajab, film che ha vinto il Leone d’argento alla Mostra di Venezia 2025 sarà al Cinema Moretta da sabato 27 a martedì 30 settembre con proiezione ogni sera alle 21.

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Il film

29 gennaio 2024. I volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata di emergenza. Una bambina di sei anni è intrappolata in un’auto sotto attacco a Gaza, e implora di essere salvata.  Nel film si sente la registrazione della vera telefonata in cui Hind chiedeva aiuto ai soccorritori della Mezza luna rossa Palestinese.

La regista tunisina Kaouther ben Hania per la ricostruzione della tragedia ha ambientato tutto in un’unica location e, presentando il suo lavoro a Venezia ha raccontato com’è iniziato il tutto: «Ero nel bel mezzo della campagna per gli Oscar di Les filles d’Olfa e mi preparavo a entrare in pre-produzione per un film che avevo passato dieci anni a scrivere. Poi, durante uno scalo all’aeroporto di Los Angeles, tutto è cambiato. Ho sentito una registrazione audio di Hind Rajab che implorava aiuto. A quel punto la sua voce si era già diffusa su Internet. Ho subito provato un misto di impotenza e di sconvolgente tristezza, come se la terra mi fosse mancata sotto i piedi.  Ho contattato la Mezzaluna rossa e ho chiesto loro l’audio completo. Dopo averlo ascoltato, ho capito che non c’erano più dubbi e che dovevo lasciar perdere qualunque altra cosa. Dovevo fare questo film. Ho parlato a lungo con la madre di Hind, con le persone reali che erano dall’altra parte di quella chiamata, quelle che hanno cercato di aiutarla. Ho ascoltato, ho pianto, ho scritto. Poi ho tessuto una storia attorno alle loro testimonianze, usando la vera registrazione audio della voce di Hind e costruendo un film ambientato in un’unica location, in cui la violenza rimane fuori campo. È stata una scelta deliberata. Perché le immagini violente sono ovunque sui nostri schermi, sulle nostre timeline, sui nostri telefoni. Volevo concentrarmi sull’invisibile: l’attesa, la paura, il suono insopportabile del silenzio quando l’aiuto non arriva. A volte ciò che non vedi è più devastante di ciò che vedi. Al centro di questo film c’è qualcosa di molto semplice, e molto difficile da affrontare. Non posso accettare un mondo in cui un bambino chiede aiuto e nessuno arriva. Quel dolore, quel fallimento, appartengono a tutti noi. Questa storia non riguarda solo Gaza. Parla di un dolore universale. E credo che l’invenzione narrativa soprattutto quando trae spunto da eventi verificati, dolorosi e reali sia lo strumento più potente del cinema. Più potente del rumore delle ultime notizie o dell’indifferenza dello scrolling. Il cinema può preservare un ricordo. Il cinema può resistere all’amnesia. Che la voce di Hind Rajab possa essere ascoltata».

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