
di Francesca Pinaffo
ALBA – Era nell’aria da luglio, quando l’Ato 4 (l’autorità provinciale) ha dato il via libera al piano presentato dal consorzio pubblico Cogesi, che fissa entro il 30 novembre il pagamento del valore residuo a Egea, i 69 milioni necessari per ripagare la società albese (oggi Iren) degli investimenti sulle reti.
Egea, anche con la nuova proprietà, farà ricorso, si diceva. E alla fine, dopo la pausa di agosto, così è stato.
Questa mattina, 16 settembre, all’Ato e a Cogesi per conoscenza è arrivata effettivamente la notifica del ricorso. Egea-Iren ha impugnato proprio la delibera di luglio di fronte al Tar (il Tribunale amministrativo regionale), chiedendone prima di tutto una sospensiva.
I punti chiave sarebbero due: da un lato i tempi e poi la stessa operazione messa in piedi da Cogesi, con risorse proprie e linee di finanziamento con diverse banche, anche del territorio.
Dopo anni di attesa – è dal 2018 che la Granda rimane spaccata sul fronte dell’acqua, malgrado la decisione per il pubblico da parte di cittadini e sindaci -, torna così lo spettro dei ricorsi. Egea, con la precedente proprietà della famiglia Carini, ne aveva intentati una lunga serie, tutti rigettati dal Tribunale superiore delle acque.
Questo nuovo capitolo, rischia in primis di diventare l’ennesimo stop al subentro del pubblico. Per quanto riguarda le tempistiche, il Tar dovrebbe pronunciarsi nel giro di un mese sulla sospensiva. Per il giudizio sul merito, i tempi potrebbero essere decisamente più lunghi.
