
di Filippo Bonardo Conti
L’INTERVISTA – Da qualche anno a questa parte il Monferrato sta vivendo un notevole sviluppo turistico e l’Astigiano è la zona che più beneficia di questa crescita. Il numero di case vacanze e b&b è triplicato e per quanto riguarda i ristoranti, la scena gastronomica è sempre più vivace e interessante. Gli enoturisti cercano nuove esperienze con vini come il Terre Alfieri Docg declinato in bianco, Arneis o rosso, Nebbiolo.
Le colline Alfieri sono un territorio situato a cavallo tra le province di Cuneo e Asti e prendono il nome dalla famiglia Alfieri, nobiltà astigiana che deve la propria ascesa sociale non alla discendenza aristocratica, ma alla creazione di banchi di pegno per il commercio della valuta. Vittorio Alfieri fece parte di questa famiglia, poeta e drammaturgo, è considerato il fondatore della tragedia italiana moderna. Uno dei Comuni che fan parte di questa circoscrizione geografica è Tigliole dove ha sede il ristorante albergo Ca’ Vittoria. Alla guida c’è lo chef una stella Michelin Massimiliano Musso che a dicembre sarà uno dei protagonisti del cooking show in programma nel calendario della Fiera del tartufo bianco d’Alba, lo abbiamo intervistato.
Qual è la sua idea di cucina, Musso?
«La mia idea di cucina è quella che parte dal nostro territorio cercando di valorizzare i prodotti delle nostre terre, ma imprimendo anche una contaminazione asiatica. Personalmente conosco molto bene l’Asia, ho avuto esperienze lavorative a Taiwan, quindi la definisco una cucina contemporanea».
È interessante anche l’utilizzo di alcuni ingredienti che accomunano le nostre culture. Giusto?
«Si, solo che loro utilizzano altre materie prime, io uso molto il miso e alcune erbe asiatiche, di alcune verdure orientali sono anche riuscito a ottenerne i semi. Disponiamo di un orto di nostra proprietà che a partire dal prossimo anno si amplierà e misurerà 12mila metri quadrati, tutte le verdure sono di nostra produzione. Presto lavoreremo anche a un progetto di confezionamento in vasetti con il nostro marchio».
Come vede la crescita della cucina raffinata nella zona del Monferrato?
«Le nuove aperture fanno sempre bene a un territorio, penso che aumentino il livello di offerta e di servizi. Sicuramente le nostre colline sono un po’ meno conosciute delle Langhe. Secondo me aiuterebbe molto una contingentazione delle aperture, eseguita in modo regolare, studiata, mirata perché troppe aperture creano poi una situazione in cui tutti lavorano poco perché l’offerta è esagerata. Bisogna evitare che ogni cento metri sia presente un b&b. Noi siamo un ristorante con cento anni di storia e abbiamo investito capitale familiare per l’albergo perché mio nonno e mio padre credevano che un servizio d’eccellenza di hotellerie potesse essere la carta vincente. Questa scelta ci ha portato poi ad avere una visione più internazionale».
Ci può raccontare qualcuno dei piatti che secondo lei sono tra i più rappresentativi all’interno del suo menù?
«Nel menù attuale presentiamo il pomodoro nella sua essenza all’interno del quale serviamo sette pomodori diversi: si tratta di un piatto chiave del menù estivo. Un’altra portata su cui abbiamo lavorato parecchio è il carpaccio di fassona con sentori autunnali. Si tratta di un finto filetto, un taglio che deriva dalla spalla del bovino, marinato in sale e zucchero, tagliato poi come una bresaola e condito con un fondo bruno di fungo porcino, infine cremosi di porcino, tobinambur e sedano rapa impreziosiscono il piatto».
Qual è l’identikit del turista straniero che visita l’Astigiano?
«Abbiamo un turismo prettamente nordico proveniente da Olanda, Belgio e Danimarca, gli svizzeri sono calati notevolmente negli ultimi anni. Durante la giornata si dividono tra la visita di Asti, Alba e Torino e le degustazioni nelle cantine tra Langa e Monferrato. Gli stranieri amano il verde e si rilassano in piscina. Paesaggisticamente noi non abbiamo vigne ma boschi, questo territorio non è la copia né delle Langhe, né del Monferrato e né del Roero, siamo una zona con caratteristiche proprie. Stiamo lavorando molto bene per farci conoscere».
