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Un primo bilancio per la vendemmia in Italia: +8% rispetto al 2024

Un primo bilancio per la vendemmia in Italia: +8% rispetto al 2024
La vendemmia del Nebbiolo a Barbaresco

di  Giancarlo Montaldo

ENOLOGIA – Come nelle ultime annate, anche per la vendemmia 2025 Assoenologi, Unione italiana vini e Ismea hanno preparato le previsioni di raccolta per le regioni italiane sulla base dell’evoluzione meteorologica e della risposta delle viti nei vari areali. Il risultato della raccolta sarà influenzato in particolare dalla situazione meteorologica degli ultimi mesi, soprattutto dell’estate, segnata in tutta la penisola da un giugno caldo o molto caldo, da un luglio alterno e non troppo aggressivo e da un agosto che, nella fase centrale, ha riproposto il caldo elevato con riflessi sulle uve in fase di maturazione (scottature, disidratazioni, filloptosi, ecc.).

La produzione globale italiana

Sulla base delle verifiche in campo e delle prime uve raccolte, la produzione vitivinicola nazionale 2025 è stimata in 47 milioni e 390 mila ettolitri (l’8 per cento in più del 2024). Tale dato si avvicina di più alla media del quinquennio 2021-2024 che al dato del 2024 (poco più di 44 milioni di ettolitri).

Evidentemente, restano delle incognite, viste ad esempio le grandinate in Langa e Roero del 24 settembre e, perciò, anche questo dato potrebbe subire modificazioni, anche se in modo contenuto. Nonostante alcuni fenomeni estremi che l’hanno segnata, l’an-
nata 2025 si può ritenere più equilibrata del 2022 e del 2023, molto caldi, e del 2024, piuttosto fresco. La variabilità meteorologica ha obbligato i viticoltori a un’attenta gestione agronomica, con buoni risultati sulla sanità delle uve.

Positivi sembrano essere anche i riscontri relativi alla maturità fenolica e al potenziale aromatico, perciò si potrebbero ottenere vini fruttati e longevi al Nord, vini eleganti e armonici al Centro e rossi decisi e di bella struttura al Sud.

La situazione nelle regioni

Analizzando la situazione produttiva per macroaree, è facile intuire come la crescita rispetto agli anni passati sia frutto in prevalenza del Sud, dove l’aumento medio è del 18 per cento:

  • la Puglia con 9 milioni di ettolitri cresce del 17%. Importante è, poi, l’apporto produttivo di Abruzzo e Molise (più 25%).
  • La previsione appare più contrastata in Sicilia (tre milioni e 330mila ettolitri, più 20%).
  • Dati positivi riguardano anche la Campania (13%), la Basilicata (83mila ettolitri e più 40%) e la Calabria (109mila ettolitri con un più 15%).
  • Situazione stabile è prevista in Sardegna, che dovrebbe ribadire il dato produttivo del 2024 (circa 400mila ettolitri).

L’incremento produttivo caratterizza anche le regioni settentrionali, ma in modo minore. A queste latitudini, è stata cruciale la presenza di un luglio alterno che, pur con qualche problema di tipo fitosanitario in più, ha contenuto i fenomeni determinati dal caldo esagerato.

Nel Nord-ovest le stime attribuiscono alla Lombardia l’aumento maggiore (più 15 per cento), mentre le altre regioni segnalano crescite più limitate: Piemonte (2 milioni e 832mila ettolitri, più 5%) e Valle d’Aosta (12mila ettolitri, più 8%). Stabile rimane la situazione ligure.

Più diversificata appare la situazione nel Nord-est: la regione con l’incremento maggiore (più 10%) è il Friuli Venezia Giulia (un milione e 820mila ettolitri), seguito dal Trentino Alto Adige (9%), mentre in Veneto, su ben altri volumi complessivi, la crescita (più 2%) è limitata e dovrebbe generare quasi 12 milioni di ettolitri. Stabile l’Emilia-Romagna (più di 7 milioni di ettolitri), con incrementi in Romagna e cali in Emilia.

Previsione con il segno negativo invece si registra al Centro (meno 3 per cento), dove le produzioni più esuberanti di Umbria, Marche (834mila ettolitri e più 18%) e Lazio (con 764mila ettolitri e +5%) sono controbilanciate dalla Toscana, scesa a quota due milioni e 371mila ettolitri e del 13 per cento rispetto al 2024 molto generoso.

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