Il Barolo 2022 convince gli esperti: resilienza e carattere in un’annata estrema

Un vino selettivo nato da clima sfidante. Presentato anche “Local is Tasty 2.0”, il progetto che valorizza la filiera corta delle Langhe

Il Barolo 2022 convince gli esperti: resilienza e carattere in un’annata estrema

ENOLOGIA – Un Barolo “sfidante”, capace di raccontare la resilienza del territorio, è quello che debutterà ufficialmente sul mercato il 1° gennaio 2026. Nel pomeriggio di sabato 6 dicembre, nella sede dell’Enoteca Regionale a Barolo, esperti e produttori hanno condiviso un’analisi approfondita sull’annata 2022, protagonista dell’incontro “L’annata che verrà”, organizzato dall’Enoteca Regionale del Barolo con il patrocinio non oneroso del Comune di Barolo e del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. L’appuntamento è parte del progetto “Local is Tasty 2.0”, finanziato con lo Sviluppo Rurale Piemonte 2023–2027 Intervento SRG07.1, che nel corso del 2026 unirà 11 aziende del territorio in un programma di degustazioni, laboratori e momenti di scoperta dedicati alla filiera corta. Informazioni e calendario completo sono disponibili su www.enotecadelbarolo.it o al numero 388/6262864.

Cinque esperti hanno offerto una lettura congiunta del Barolo 2022: Cristiana Grimaldi (direttore Enoteca Regionale del Barolo, moderatrice), Ian D’Agata (autore pluripremiato, in collegamento da Shanghai), Federico Spanna (agronomo Regione Piemonte), Luca Rostagno (enotecnico e viticoltore) e Sergio Germano (presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani), insieme a Michele Longo, wine writer e presidente della commissione tecnica di degustazione “A. Cordero”.

Federico Spanna ha definito la 2022 “un caso estremo nella storia recente della viticoltura piemontese”, segnata da siccità prolungata e temperature elevate: “Nonostante l’anticipo fenologico e gli stress idrici, la viticoltura delle Langhe ha mostrato una capacità di resistenza significativa. Eventi climatici così intensi diventeranno sempre più frequenti: sarà fondamentale adattare le strategie agronomiche e mantenere alta l’attenzione nel monitoraggio”.

Per Luca Rostagno, “il 2022 rappresenta un po’ l’esame di maturità del Barolo”. Negli ultimi trent’anni, ha ricordato, il clima è cambiato radicalmente: “Vendemmie più precoci, precipitazioni minori e mal distribuite. I viticoltori hanno imparato a gestire questa nuova situazione e anche le vinificazioni sono state adattate”.

Sergio Germano ha evidenziato la straordinaria capacità di adattamento della vite: “Un andamento climatico estremo non ha impedito al Nebbiolo di reagire con equilibrio. Presentare oggi il Barolo 2022 significa raccontare un’annata precoce ma generosa”.

Secondo Michele Longo, il 2022 è “un’annata da ascoltare, estrema, selettiva, mai uniforme. Esalta le differenze tra parcelle e rivela un profilo sensoriale più caldo ma equilibrato. Là dove l’uomo ha saputo ascoltare, il vino ha risposto”.

A confermare le valutazioni sono state anche le testimonianze di dieci produttori delle MGA comunali del Barolo, ognuno con una propria lettura dell’annata: Fracassi (Cherasco), Bruna Grimaldi (Roddi), Poderi Marcarini (La Morra), Diego Morra (Verduno), Bric Cenciurio (Barolo), Le Strette (Novello), Roccheviberti (Castiglione Falletto), Bricco Maiolica(Diano d’Alba), Diego Conterno (Monforte d’Alba), Ettore Germano (Serralunga d’Alba).

Il pomeriggio è stato anche occasione per presentare il progetto “Local is Tasty 2.0”, promosso dall’Enoteca Regionale del Barolo. Le 11 realtà coinvolte – tra cui l’associazione produttori Nas-cëtta, le aziende agricole Luigi Vico, Marcello Gatto, L’Cravé, La Riva, Paolo Bove, La Botalla, Apicoltura Avìe, la Cooperativa Lou Porti e la Società Agricola Cooperativa Corilanga – condivideranno per tutto il 2026 prodotti, saperi e competenze attraverso degustazioni, incontri e momenti di racconto.

“Il progetto unisce chi produce e chi assaggia – spiega Cristiana Grimaldi –. La filiera corta non è solo un modello agricolo, ma un gesto di fiducia reciproca. Sapere che ciò che arriva nel piatto appartiene a una storia condivisa significa riconoscere il valore dei luoghi, delle persone e del lavoro che li unisce”.

Nel corso del 2026 saranno organizzati i TastyLab (laboratori gratuiti su prenotazione), i TastyDay (giornate aperte al pubblico), i TastyCorner (punti vendita stagionali dei prodotti del territorio) e le TastyStories, archivio vivo di video, ricette, interviste e documentari pubblicati sui canali Instagram e Facebook del progetto. Tra le eccellenze acquistabili: castagne garessine biologiche, chiocciole di Langa, formaggi di pecora a latte crudo, miele biologico, nocciole Piemonte IGP tostate, Robiola di Cherasco, zafferano, succhi e confetture, vermouth di Torino bianco e rosso.

Redazione

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