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Capodanno senza botti, il WWF chiede il divieto in tutti i Comuni

Fuochi d’artificio pericolosi per animali, ambiente e salute pubblica

Capodanno senza botti, il WWF chiede il divieto in tutti i Comuni

AMBIENTE – Con l’avvicinarsi del 31 dicembre torna puntuale l’appello del WWF, che chiede a tutti i Comuni di adottare ordinanze per vietare i botti di Capodanno. Una richiesta che nasce dall’esperienza degli ultimi anni: nonostante i divieti già in vigore in molte città, il rispetto delle regole resta spesso insufficiente, con conseguenze gravi per animali, persone e ambiente.

Petardi e fuochi d’artificio rappresentano una fonte di forte stress per gli animali domestici e selvatici. Le esplosioni improvvise possono causare panico, disorientamento e fughe incontrollate, con esiti spesso drammatici. Ogni anno si registrano animali feriti o uccisi, mentre non mancano episodi di persone rimaste gravemente lesionate durante i festeggiamenti.

I danni non si fermano alla fauna. I botti possono colpire anche la vegetazione: scintille e alte temperature rischiano di innescare incendi o provocare bruciature a tronchi e chiome degli alberi, mentre i residui chimici ricadono sul terreno compromettendo la salute di aiuole e spazi verdi urbani. A questo si aggiunge un inquinamento atmosferico tutt’altro che marginale, legato alla dispersione di metalli pesanti, particolato e perclorati nell’aria.

Numerosi studi scientifici confermano gli effetti a medio e lungo termine dei fuochi pirotecnici. A Valencia, in Spagna, una ricerca ha evidenziato come il rumore dei botti possa incidere negativamente sul ciclo riproduttivo dei passeri. In Austria, invece, il monitoraggio di 20 oche selvatiche durante la notte di Capodanno ha mostrato un forte stress fisiologico: il battito cardiaco medio è quasi raddoppiato, passando da 63 a 124 battiti al minuto, mentre la temperatura corporea è aumentata di un grado, con effetti prolungati fino al mattino successivo. Lampi di luce e forti esplosioni possono inoltre interferire con comportamenti cruciali come accoppiamento e migrazioni, lasciando conseguenze che si manifestano anche nei mesi successivi.

Anche gli animali domestici soffrono in modo evidente. Un’indagine condotta nel 2024 dall’azienda Weenect su 652 cani e gatti ha rilevato che oltre un quarto degli animali tende a nascondersi durante i fuochi, uno su cinque tenta la fuga e tra il 16% e il 24% manifesta segnali di stress persistente anche diverse ore dopo la fine dei botti.

La maggiore vulnerabilità di cani e gatti è legata a un udito molto più sensibile rispetto a quello umano. Se l’uomo percepisce suoni fino a 20.000 Hz, i cani possono arrivare a 60.000 Hz e i gatti addirittura a 70.000 Hz. Effetti gravi si registrano anche negli animali d’allevamento: mucche, cavalli e conigli possono subire traumi, forte stress e, nei casi più estremi, aborti dovuti allo spavento.

Secondo le stime, in Italia ogni anno migliaia di animali muoiono a causa dei botti di fine anno. Circa l’80% delle vittime sono animali selvatici, in particolare uccelli. Molti, spaventati dalle esplosioni, perdono l’orientamento e finiscono contro edifici o ostacoli; altri abbandonano improvvisamente i dormitori invernali e vagano al buio, consumando energie preziose in una stagione segnata dal freddo e dalla scarsità di cibo.

Da qui l’invito del WWF a superare una tradizione sempre più problematica, puntando su alternative meno invasive come spettacoli di luci o fuochi a basso rumore, nel rispetto degli animali, dell’ambiente e della sicurezza collettiva.

Redazione

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