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Casa di reclusione Montalto e scuola enologica Umberto I: rinnovata la convenzione per il vino Vale la pena

Si rafforza il progetto “Si….svigna” per la produzione del vino “Vale la pena” tra reinserimento, formazione e nuove prospettive

Casa di reclusione Montalto e scuola enologica Umberto I: rinnovata la convenzione per il vino Vale la pena

di Elisa Rossanino

LA CONVENZIONE – Una doppia firma ha sancito il rinnovo e l’ampliamento della convenzione che da anni unisce la casa di reclusione Giuseppe Montalto di Alba con la scuola enologica Umberto I e che si realizza nel progetto “Si….svigna” finalizzato alla produzione di bottiglie di vino denominato “Vale la pena”.

Il rinnovo della convenzione

La penna passata dalle mani della preside Antonella Germini a quella del direttore della struttura di località Vivaro Nicola Pangallo, definisce la continuazione della storica collaborazione, ma anche l’inizio di qualcosa di nuovo. Nei prossimi mesi per l’attuale casa lavoro le novità non mancheranno ed è meglio non farsi trovare impreparati anche sul piano delle progettualità proposte per gli utenti.

Reinserimento e collegamento con il territorio

«Con la firma odierna si dà avvio al processo, ma il vero progetto è tutto da costruire. L’importanza di questa convenzione è duplice, da un lato si tratta di un esempio di reinserimento e risocializzazione dove il lavoro del tenimento agricolo presente in ampia misura all’interno delle mura si sposa bene con la vocazione dell’area circostante e dall’altro perché l’Amministrazione penitenziaria deve essere in grado di collegare la realtà carceraria con il territorio creando ponti e opportunità. Credo che questo progetto si inserisca a pieno in questo contesto», spiega Pangallo.

Il ripristino del noccioleto

«Al centro di questa collaborazione rinforzata c’è anche il ripristino del noccioleto creato una decina di anni fa attorno alla struttura. In questi anni, vista l’utenza del Montalto, non è più stato lavorato. Molti degli internati non potrebbero uscire dal muro di cinta per difficoltà legate alla sicurezza penitenziaria. Ora, con la prossima riapertura, è un progetto che vorremo recuperare. Anche in questo senso il supporto degli studenti dell’Enologica sarà fondamentale. A breve verranno a vedere le tre piccole aree e a dare una prima sistemata», aggiunge il direttore.

Il futuro delle nocciole

Cosa si farà delle nocciole raccolte è ancora da definire, certo non manca l’interesse della fondazione industriali Ets che ha già manifestato l’intenzione di prendere parte e di sostenere il progetto in sinergia con l’Umberto I.

La lavorazione del vigneto e nuove produzioni

Accanto alle nuove produzioni proseguirà quella che negli anni si è confermata come carattere distintivo della casa lavoro albese: la lavorazione del vigneto. Anche il processo di vinificazione subirà alcuni aggiornamenti ed è ora pronto a fare un passo ulteriore con la futura produzione di un vino bianco grazie all’appezzamento messo a disposizione dall’Umberto I nei pressi dell’istituto dove potranno tornare a lavorare i detenuti più meritevoli a cui sarà permesso uscire.

Il coinvolgimento degli studenti

«I ragazzi di quinta si stanno preparando in vista dei vari interventi che dovremo svolgere da gennaio fino al periodo della vendemmia, guidati dal tecnico Giovanni Bertello», spiega Bruno Morcaldi che da anni accompagna gli studenti al Montalto. «Per loro sarà un’occasione unica di crescita professionale e personale dal forte valore sociale. Ai ragazzi saranno affidati alcuni dei detenuti, un’esperienza che non dimenticheranno», aggiunge.

Il valore sociale del progetto

«Con la produzione del vino Vale la pena diamo il nostro contributo a un progetto a cui crediamo molto», commenta la preside Germini.

La rete formativa

Nel progetto si inserisce anche la fondazione Casa di carità arti e mestieri di Savigliano già attiva presso il Montalto per la parte formativa e di inserimento lavorativo.

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