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Ivano e Barbara, restauratori per il Museo dell’auto torinese

Ivano e Barbara, restauratori per il Museo dell’auto torinese

PIOBESI 

Compagni nella vita, dal 2010 sono titolari dell’Atelier Toppino

Ivano Toppino e Barbara Riolfo sono compagni nella vita e nel lavoro. Lui meccanico e lei restauratrice, la coppia è titolare dell’Atelier Toppino di Piobesi, nato nel 2010 e specializzato nel restauro conservativo di auto d’epoca. Abbiamo incontrato Barbara per scoprire cosa si nasconde dietro al loro lavoro.

Quando è nata la tua passione per i motori?

«Da bambina, quando mio padre mi portava a vedere le corse delle auto. Ivano ha sempre amato i motori: le auto sono diventate una passione da condividere e, poi, anche un lavoro».

In cosa consiste il restauro di auto d’epoca?

«L’intervento è solo l’ultimo passaggio: studiamo molto prima di intervenire su una macchina, ci assicuriamo di conoscerla bene. Effettuiamo numerose analisi storiche al fine di utilizzare i materiali migliori per la conservazione. Occupandoci di restauro conservativo, il nostro obiettivo principale è quello di riportare allo stato originale le auto d’epoca. In alcuni casi si riesce, in altri sono necessarie delle modifiche, ma tentiamo comunque di sostituire il minor numero di componenti possibile.

Siete specializzati in un particolare genere di auto?

«La maggioranza dei mezzi che restauriamo è degli anni Trenta, ma ci occupiamo di ogni genere di auto d’epoca. Lavoriamo con numerosi collezionisti e manteniamo una collaborazione stabile con il Museo dell’automobile di Torino e con il Museo dell’Alfa Romeo di Arese. Al museo di Torino, in particolare, abbiamo collaborato alla realizzazione dell’Open garage dove effettuiamo i restauri».

Di cosa si tratta?

«Si tratta di un centro di oltre 2mila metri quadrati, visitabile dal gennaio del 2017, dove sono conservati circa 70 pezzi non ancora esposti nel museo o in restauro».

Quali sono gli obiettivi di Atelier Toppino?

«Far rivivere queste splendide auto, senza snaturarle. Siamo convinti che questi mezzi rappresentino un patrimonio che non può andar perso: anche le nuove generazioni devono essere educate e sensibilizzate al fine di diventare parte attiva nella conservazione».

a.m.a

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