Il musicista autodidatta Pietro Ferrero e la sua armonica

Il castagnitese ha compiuto ottant'anni a ottobre. è in grado di suonare un brano poco dopo l'ascolto, grazie al suo orecchio musicale assoluto

Pietro Ferrero durante la registrazione del suo disco.

CASTAGNITO Si dice che la musica sappia scaldare il cuore: le note che escono dall’armonica di Pietro Ferrero lo confermano. Il suo volto, mentre suona, sembra consegnarsi completamente alla melodia, con un’espressione commossa al limite del pianto, che però si ferma un attimo prima che scendano le lacrime. Da questo non sono però immuni i suoi ascoltatori. Come quando suonò Il silenzio «davanti a quattrocento persone a Giaveno, per la maggior parte Alpini, riuniti per celebrare un militare morto in Afghanistan. Tremavo dall’emozione, ma ho pensato subito di non poter fallire, ed è stata una delle mie migliori esibizioni».

Il musicista, nato nel 1941, è di Castagnito. «A undici anni e mezzo andai a lavorare come servo. La mia famiglia non aveva pochi soldi, aveva proprio niente. Ricordo ancora un aneddoto di quegli anni: il padrone, vedendomi leccare il piatto, mi disse che a casa loro era abitudine fare la scarpetta con un pezzo di pane. Allora iniziai a fare così, e dopo qualche giorno mi rimproverò dicendo che, sfregando con la mia foga, l’avrei consumato».

È proprio in quegli anni che Pietro inizia a suonare la sua prima armonica, «in legno dipinta di rosso. Ora ne ho una decina, ognuna con una diversa intonazione». Dotato di un orecchio musicale assoluto, ha imparato tutto da autodidatta. Se ascolta un brano, dopo poco è in grado di riprodurlo. La particolarità del suo talento ce la fa notare lui stesso. «Attenzione, ora vi farò sentire come normalmente si suona l’armonica». E il suono, in effetti, risulta familiare, è ciò che ci si aspetta che esca dallo strumento. «Adesso sentirete come la suono io, con l’accompagnamento». E le note lasciano spaesati e fanno capire qual è la grande differenza: pare di ascoltare una sinfonia suonata da un’orchestra.

Pietro, che ha compiuto ottant’anni il 30 ottobre, ha lavorato una vita come meccanico dalle Pie discepole del Divin Maestro, mentre la moglie faceva la cuoca. Ha una figlia di 53 anni che è maestra. «Ho avuto due incidenti sul lavoro molto gravi, sono stato in coma. Pensavano che non sarei più riuscito a parlare, invece è successo il contrario» scherza.

Accanto alla passione per la musica, Pietro costruisce casette in legno in miniatura. Pino Milenr, il conduttore di Telecupole, lo chiama ogni tanto per accompagnarlo nelle sue presentazioni. E il nipote Lorenzo lo ha portato in una sala di incisione a Verzuolo per registrare Castagnito Roero Country.

La sensibilità del musicista castagnitese è dimostrata anche dalle sue azioni: «Quando vedo persone in difficoltà, non ho problemi a lasciare loro dieci euro. Mia moglie e gli amici a volte mi rimproverano, ma io rispondo che, se morirò con duemila euro in meno, cambierà proprio niente».

Davide Barile

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