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L’intervista di fine anno con il sindaco Bo: «Partita acqua chiusa nel 2021»

panorama alba

L’INTERVISTA Tracciare un bilancio non è mai un’impresa semplice. Forse per questo Carlo Bo, sindaco di Alba a metà mandato, alle domande di carattere politico preferisce anteporre «ciò che di concreto è stato fatto e quanto è stato programmato per i prossimi anni».

Sindaco, Alba registra i dati peggiori in Piemonte in tema di Covid-19: pensa che l’andamento possa essere legato alla scelta di non fermare le tante manifestazioni svoltesi in città?

«È una scelta che rivendico con convinzione. Lo scorso anno, quando tutto era fermo, siamo riusciti a confermare la Fiera del tartufo per tre settimane. E quest’anno l’abbiamo portata a nove settimane. Sarebbe stato più facile sospendere, ma ci siamo mossi in una direzione diversa, mettendo sulla bilancia i benefici e i rischi: se guardiamo al risultato, oggi prenderei la medesima strada».

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Il sindaco di Alba Carlo Bo

Quindi, antepone l’economia alla salute?

«A dire il vero, nelle varie ordinanze mi sono mosso di pari passo con il resto della provincia. Quando ci si siede sulla poltrona di sindaco, è evidente peraltro che il peso delle decisioni si fa sentire. Ma mi piace pensare all’atteggiamento degli albesi anche nei momenti più difficili: quando tutto era fermo, non ricevevo richieste di assistenza, ma di lavoro. Per Alba l’economia non è affatto un aspetto da sminuire».

Dopo le spaccature nella sua maggioranza, si sente un uomo solo al comando?

«Non ha senso negare i problemi. Non negherò neppure che sono stati difficili da affrontare dal punto di vista umano. Mi spiace, però, che per questo siano passati in secondo piano i risultati raggiunti e gli altri che arriveranno, per i quali abbiamo lavorato. Ovviamente sento la responsabilità, perché ho costruito la coalizione».

Prevede dei rimpasti?

«Vedremo, oggi non si può dire: iniziamo a fermarci per una pausa natalizia, di cui tutti abbiamo bisogno. Di certo, c’è che nessuno ha presentato dimissioni».

Il 2022 sarà l’anno in cui si concretizzerà il progetto della casa della salute?

«Credo che vedremo iniziarne i lavori. In questa fase, è quasi settimanale il confronto con la fondazione Crc, la società Ream Sgr, la Regione e l’Asl Cn2, così da accelerare i tempi. Ma, in materia di sanità, un’altra partita vinta è quella del ritorno della facoltà di scienze infermieristiche nella manica del complesso della Maddalena affacciata su via Maestra: a breve partiranno gli interventi, in modo da essere pronti per il prossimo anno accademico. Sempre alla Maddalena ci sarà il Museo del tartufo, che sarà aperto per la Fiera 2023. Sono inoltre orgoglioso per il rifacimento di piazza Ferrero nel prossimo anno con l’opera di Valerio Berruti che ci è donata dall’azienda Ferrero».

E gli altri quartieri?

«Abbiamo un piano da oltre 500mila euro e un lungo elenco d’interventi per migliorare la vivibilità dei quartieri, oltre a grosse novità».

Quali?

«Per Piana Biglini, acquisteremo i 13 alloggi occupati abusivamente, che verranno affidati in gestione all’agenzia territoriale per la casa. In questo modo, entreranno nel patrimonio comunale beni per un valore di 650mila euro, aumentando la disponibilità di abitazioni per le famiglie che ne necessitano».

Ci sono una serie di opere attese, oltre al terzo ponte. Per esempio, la bretella di corso Canale, già finanziata. Che ne è stato?

«L’opera è stata finanziata con 1,3 milioni di euro provenienti dall’avanzo di amministrazione dello scorso anno, più duecentomila euro di oneri di urbanizzazione. Si tratta di un nodo centrale della viabilità, che collegherà l’uscita del ponte Albertino con viale Industria. In questo modo, si alleggerirà il traffico molto intenso, in un’area ogni giorno bloccata dalle auto. I lavori partiranno a breve, nel 2022».

I cittadini spesso segnalano uno scarso presidio del territorio da parte della Municipale: lei condivide?

«Il servizio dev’essere migliorato e lavoreremo in questa direzione».

Quando pensa che la gestione del ciclo idrico diventerà interamente pubblica, con il passaggio a Cogesi?

«Stiamo operando per arrivare entro fine anno a un accordo quadro che ci permetterà di salvaguardare la qualità del servizio. Importante è stato il confronto con Sisi (Società intercomunale servizi idrici, pubblica e già entrata in Cogesi, ndr), tramite Franco Foglino. Anche il presidente della Provincia Federico Borgna ha saputo muoversi al di là dei colori politici. La funzione della società pubblica Cogesi non è in discussione, dal momento che è la legge a richiedere un gestore unico; la maggioranza dei sindaci della provincia ha votato a favore di questa opzione nel 2019, ma dobbiamo trovare la formula giuridica migliore per salvaguardare la realtà esistente, migliorandola. L’importante è che questa battaglia non diventi ideologica: con le elezioni provinciali di domenica, non si può non pensare alle possibili ricadute che i nuovi equilibri potrebbero avere su questo tema».

Francesca Pinaffo

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